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Un team trentino leader nella ricerca odontoiatrica, un lavoro che vede anche Cibio e l'Università di Göteborg tra i protagonisti
Un progetto trentino brilla agli Hm Goldman, un prestigioso premio per la ricerca di base in ambito odontoiatrico. Il gruppo di Trento capitanato da Paolo Ghensi si è imposto nel corso del ventesimo congresso della Società italiana di parodontologia e implantologia a Rimini

TRENTO. Un progetto trentino brilla per l’assegnazione del premio 'H.M. Goldman' nella categoria ricerca di base, un prestigioso premio per la ricerca di base in ambito odontoiatrico. Il gruppo di Trento capitanato da Paolo Ghensi, dentista trentino e dottorando di ricerca al Cibio, si è imposto nel corso del ventesimo congresso della Società italiana di parodontologia e Implantologia (SIdP) a Rimini.
"Il nostro lavoro - commenta Paolo Ghensi - parte dal fatto che le patologie peri-implantari (mucosite e peri-implantite), cioè le malattie che affliggono gli impianti dentali, sono ormai una problematica consolidata e sono in costante aumento all’interno della popolazione generale".
Il progetto riguarda quindi l’analisi approfondita del microbioma peri-implantare, il complesso ecosistema microbico che si trova in prossimità degli impianti dentali. Un piano d'equipe al fine di sviluppare nuove strategie preventive e terapeutiche in questo campo.
Questo lavoro rientra all’interno del progetto di dottorato targato Ghensi, un piano che si svolge presso un’eccellenza della ricerca trentina, il laboratorio di metagenomica computazionale del Cibio (Qui info) guidato con grandi risultati da Nicola Segata e composto da un folto team: gli altri che hanno preso parte al progetto sono Paolo Manghi, Edoardo Pasolli, Moreno Zolfo e la biologa Federica Armanini.
Oltre al laboratorio del Cibio, dove sono state svolte tutte le analisi, il progetto ha visto il coinvolgimento di altri dentisti e professionisti trentini come Cristiano Tomasi, già professore associato all’Università di Göteborg e stimato ricercatore, Alberto Bertelle, Ester Dellasega, Federico Dell'Acqua, Claudio Soldini, Antonio Bonaccorso e Romina Waldner, igienista dentale presso lo studio di Tiziano Bombardelli.
Si parte dal dato: la mucosite, cioè l'infiammazione della mucosa peri-implantare, affligge dal 50 al 90% degli impianti, mentre la prevalenza della peri-implantite, infiammazione che vede il coinvolgimento oltre che della mucosa anche dell’osso che circonda l’impianto, varia tra il 15 e il 23%.
"L'ipotesi alla base di questo studio - spiega Ghensi- è che le cause di queste patologie siano collegata a una combinazione di diversi fattori, tra questi la colonizzazione microbica è senza dubbio tra le più rilevanti".
Gli studi scientifici però finora disponibili hanno adottato metodologie e disegni di studio che non tengono conto della variabilità tra soggetti, oltre a impiegare tecniche di caratterizzazione microbica a bassa risoluzione.
Il team di Trento, che per la prima volta ha applicato le tecniche attualmente più avanzate per lo studio del microbioma alle malattie peri-implantari, compie così un ulteriore step per approfondire queste malattie e cercare di chiarire tutte le criticità.
"Abbiamo impiegato - prosegue il dentista - tecniche metagenomiche a alta risoluzione tipo shotgun per sequenziare il materiale genetico dei batteri e ricavare importanti indicazioni per studiare queste malattie".
Un progetto che, visti gli elevati costi, sarebbe stato difficilmente possibile senza il supporto, vinto in questi anni sotto forma di grants di ricerca, da parte di società scientifiche e fondazioni, quali la stessa Società italiana di parodontologia e impiantologia, Eklund Foundation e Iti Foundation.
I risultati ottenuti rappresentano solo l’inizio di un progetto più ampio che vede il coinvolgimento, oltre al Cibio, anche del Dipartimento di Parodontologia dell’Università di Göteborg e del Biotech dell’Università di Trento, nelle figure di Giandomenico Nollo e Francesco Tessarolo.