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Nasce "Diversamente Vela", il progetto che mette insieme navigazione e terapia per persone con disabilità psichiatriche
Presentata l'iniziativa che coniugherà la terapia psichiatrica con la navigazione. Un progetto che grida all'inclusione. Vivaldelli: "Un intervento riabilitativo per le persone con disabilità psichiatriche, ma anche un progetto di inclusione"

RIVA DEL GARDA. Un progetto che unisce l'avvicinamento alla navigazione con un percorso di consapevolezza e riabilitazione rivolto a persone con disabilità psichiatriche, così è stata presentata l'iniziativa di "Diversamente Vela".
"La Vela è uno strumento molto utile alle persone con disturbi della psiche per affrontare alcune tematiche, perché è finalizzata a prendere consapevolezza del proprio corpo in un ambiente e su un territorio fuori dalla zona di comfort". Queste le parole di Adolfo Vivaldelli, Presidente della Fraglia Vela ed ex psichiatra, il quale ha spiegato come si svilupperà il percorso che intraprenderanno i pazienti.
L'intero progetto è studiato su tre livelli di intervento curativo: nel primo si presterà attenzione a corporeità e fisicità, svolgendo la terapia in acqua, nel secondo si sposterà l'attenzione al corpo generale dell’imbarcazione ed a tutte le componenti presenti - nella navigazione ogni movimento influisce sull'assetto della barca - e nel terzo ci si confronterà con il mondo esterno, cioè, cosa fanno le altre barche.
L'iniziativa è rivolta ad utenti con patologie di tipo psichiatrico (come disturbi della personalità o dell'area psicotica). Già otto cooperative tra Arco Riva e Rovereto che ospitano questi pazienti hanno aderito al progetto.
"Noi abbiamo bisogno di questa collaborazione con chi opera in queste strutture perché sono loro le persone che accompagnano il paziente - continua Vivaldelli - Noi mettiamo a disposizione le nostre barche ed i nostri istruttori".
L'esperienza prevede un avvicinamento alla navigazione a step, spingendo verso una sana competizione che può aiutare a migliorarsi sempre di più. Partendo dalle basi, la prima fase del progetto comprende l'insegnamento dei rudimenti della navigazione - i rischi della disciplina, quali sono i dispositivi per affrontarli e le principali regole di questo sport - mentre nella seconda fase si passa all'apprendimento dei nomi delle diverse barche, in modo tale da dare all'allievo una maggior consapevolezza di cui si parla. Il terzo e ultimo passo è quello di passare alla pratica.
Ma il progetto non si ferma qui, infatti - una volta terminato il corso - ci sarà la possibilità, per gli interessati, di partecipare a gare veliche vere e proprie. Essendo l'iniziativa incentrata sull'inclusione si andranno infatti a formare squadre miste, composte da persone con disabilità psichica e non, che gareggeranno insieme.
"E’ un obiettivo sicuramente utopistico, ma ce la metteremo tutta per raggiungerlo" conclude Vivaldelli.