
Sui banconi ortofrutta d'Italia arriva una nuova varietà [...]

A Borgo Valsugana la serata di restituzione pubblica [...]

Dopo le fake news sul lago di Garda ecco 'un'ambasciata' [...]

A 45 anni dalla loro morte violenta al Liceo Da Vinci [...]

Anziani, oltre 1.600 servizi di accompagnamento e più di [...]

Un camper per raggiungere i giovani in una condizione di [...]

"Allunghiamo la strada di 20 minuti pur di passare in [...]

A Bassano del Grappa arriva Quattro Ristoranti: ecco [...]

Siccità e agricoltura, Mauro Corona: ''Senza contadini [...]

Vulvodinia ed endometriosi: "Sempre più persone si [...]
A 7 anni dalla scomparsa di Giulio Regeni, gli attivisti tornano in piazza: "Nessuno si fermerà fino a quando la verità non sarà svelata"
Durante il presidio, che si terrà in piazza Pasi a Trento il 25 gennaio alle 19, verranno ripercorse la vicenda di Regeni e gli ultimi risvolti giudiziari e politici relativi al suo omicidio. Amnesty International: "Dev’essere respinto qualsiasi esito diverso da una verità accertata e riconosciuta in modo indipendente. Quello che è accaduto a Giulio Regeni non è un fatto isolato"

TRENTO. A 7 anni dall'uccisione di Giulio Regeni, gli attivisti e le attiviste di Amnesty International tornano a chiedere verità e giustizia per il ricercatore italiano dell'Università di Cambridge, morto dopo essere stato rapito e torturato a Il Cairo, in Egitto, il 25 gennaio 2016.
Durante il presidio, che si terrà in piazza Pasi a Trento il 25 gennaio alle 19, verranno ripercorse la vicenda di Regeni e gli ultimi risvolti giudiziari e politici relativi al suo omicidio.
Il grido "Verità per Giulio Regeni" aveva fatto il giro del mondo. Amnesty International, che da sempre supporta la causa, ha lanciato una campagna per non permettere che l’omicidio del giovane ricercatore italiano finisca per essere dimenticato, catalogato tra le tante "inchieste in corso", o per essere relegato nel passato accettando la "versione ufficiale" del governo del Cairo.
"Dev’essere respinto qualsiasi esito diverso da una verità accertata e riconosciuta in modo indipendente - scrive l'organizzazione in una nota -, da raggiungere anche col prezioso contributo delle donne e degli uomini che in Egitto provano ancora a occuparsi di diritti umani, nonostante la forte repressione cui sono sottoposti. Quello che è accaduto a Giulio Regeni non è un fatto isolato".
In Egitto, prosegue Amnesty, "l’Agenzia per la sicurezza nazionale (Nsa) si rende responsabile di rapimenti, torture e sparizioni forzate sistematiche, nel tentativo di incutere paura agli oppositori e spazzare via il dissenso pacifico". Questo "lo avevamo denunciato - prosegue - in un drammatico rapporto uscito già a luglio 2016, mettendo in luce la scia senza precedenti di sparizioni forzate susseguitesi dai primi mesi del 2015. In questi anni centinaia di studenti, attivisti politici e manifestanti, compresi minorenni, sono scomparsi nelle mani dello Stato senza lasciare traccia".
Per questo gli attivisti scenderanno nuovamente in piazza mercoledì 25 gennaio, "a sostegno della famiglia Regeni - conclude -, per dire che nessuno si tirerà indietro, nessuno si fermerà fino a quando la verità non sarà svelata".