Alzheimer, in Trentino i malati sono 7mila, l'associazione: "Serve intercettare le persone con disturbo cognitivo lieve"
Il 21 settembre è la Giornata mondiale dell'Alzheimer. I casi sono in aumento in tutto il mondo. In Trentino è stato ideato un progetto pilota per le persone con leggero decadimento cognitivo. "Si tratta di un percorso virtuoso di autosostegno e mutuo aiuto"

TRENTO. Crescono anche in Trentino le persone affette da Alzheimer. Attualmente la malattia colpisce circa 7mila persone, oltre 1,4 milioni in Italia, circa 10 milioni in Europa e 40 milioni nel mondo (un nuovo caso ogni 3 secondi).
La stima è che i casi possano raddoppiare nel 2030 e triplicare nel 2050. La patologia, per la quale ad oggi ancora non esiste una cura, interessa soprattutto gli over 65, ma da qualche anno si sta constatando una crescita dei casi di persone colpite da Alzheimer in età adulta compresa fra i 50 e 65 anni.
Il 21 settembre è la Giornata mondiale dell'Alzheimer, occasione per sensibilizzare la popolazione sui temi della demenza, per contribuire a superare lo stigma sociale che accompagna questa malattia.
A peggiorare le condizioni di vita dei malati di Alzheimer e di chi se ne prende cura è stata la pandemia, che ha portato ad un aumento, rispetto al 2015-2019, delle cause di morte dovute alla demenza di circa il 49%.
Se nel 2012 l'Organizzazione mondiale della sanità e l'Alzheimer disease international definivano questa malattia “una priorità mondiale di salute pubblica”, ad oggi la ricerca è impegnata nella definizione di un farmaco che possa bloccare il progredire della demenza alla fase iniziale.
L'aumento del numero di persone affette da Alzheimer ha un impatto sul sistema socio-sanitario, in quanto richiede una rete qualificata di servizi di cura e supporto anche per le famiglie e i caregivers qualificata e da potenziare. Senza dimenticare l'impatto economico: nel 2018 in Italia sono stati spesi oltre 15,6 miliardi di euro, di cui l'80% a carico delle famiglie.
Sul fronte della diagnosi precoce, si punta ad intercettare le persone che presentano un declino cognitivo lieve - in Italia si contano 928mila casi. Secondo l'associazione Alzheimer Trento, “si potrebbe intervenire tempestivamente non solo per migliorare la qualità della vita della persona e del suo caregiver, ma soprattutto per una ottimizzazione della presa in carico al fine di rallentare il processo di decadimento cognitivo. Aumentare questa capacità diagnostica a partire dai medici di famiglia e dai Centri disturbi cognitivi e demenze, consentirebbe di mettere in atto interventi di mantenimento e freno del processo di decadimento cognitivo”.
In Trentino esistono delle buone pratiche messe in atto dall'associazione Alzheimer in accordo con il Centro disturbi cognitivi e demenze di Trento dove, da oltre un anno, è stato costituito un gruppo di persone con leggero decadimento cognitivo che si incontra ogni settimana per attività di socializzazione. Il progetto pilota si è ora spostato al “Green Center”, lo spazio messo a disposizione dalla APSP Civica di Trento. “E’ una strada innovativa e che per la prima volta consente a persone in leggera difficoltà cognitiva di condividere attività, ma soprattutto di socializzare positivamente generando nel contempo un percorso virtuoso di autosostegno e mutuo aiuto, garantendo a tutti la possibilità di sentirsi persone ancora vitali nella comunità” spiega l'associazione.
Punta, invece, alla sensibilizzazione delle persone e a combattere lo stigma che circonda questa malattia il convegno “La demenza riconsiderata”, in programma giovedì 21 settembre alle 15 al Centro culturale diocesano “Vigilianum” di Trento. Interverranno relatori professionisti che studiano e si occupano del problema della gestione dei servizi sociali a favore della popolazione anziana per costruire una società sempre più inclusiva verso le persone con demenza.