Punto nascite di Cavalese, il ministero della salute dice basta. Bordon (Apss): "Dall'11 marzo il centro sospende la sua attività"
Zeni: "Continueremo a lavorare per ottenere una nuova deroga. Vogliamo considerare questa una sospensione e non una chiusura". Rimarrà aperto Cles

CAVALESE. Cavalese, si chiude. Era una questione di giorni ormai e poco fa è arrivata la nota del direttore Generale del Ministero della Salute, Andrea Urbani. "In merito al Punto Nascite di Cavalese, pur riconoscendo l'oggettiva difficoltà orografica, si ritiene che non ricorrano le condizioni per confermare il parere favorevole precedentemente espresso", questo il parere con il quale, in sostanza si è messa la parola fine (o quasi, visto quanto hanno dichiarato Rossi e Zeni) alla querelle legata al punto nascita di Cavalese.
"Si prende atto di quanto comunicato dal Ministero della Salute relativamente ai requisiti - il commento del direttore generale dell'Apss Paolo Bordon - e con rammarico siamo perciò costretti, per evidenti ragioni di responsabilità e sicurezza, a sospendere le attività del punto nascita di Cavalese con decorrenza da sabato 11 marzo. L'ultimo giorno di operatività sarà quindi venerdì 10 marzo. L'impegno di Apss sarà volto a garantire a tutte le donne delle valli di Fiemme e di Fassa una presa in carico completa, attraverso il percorso nascita, e tutte le attività specialistiche ginecologiche oltre alla presenza specialistica pediatrica, in stretta collaborazione con la pediatria di Trento, al fine di supportare i pediatri del territorio nelle situazioni cliniche più complesse."
Si salva, invece, il punto nascite di Cles. Il Comitato Percorso Nascita Nazionale (CPNn), preso atto della relazione predisposta dall'Apss ha dichiarato per quest'ultimo, soddisfatti i requisiti operativi, tecnologici e di sicurezza dettati dall'Accordo del 16 dicembre 2010 mentre, per quanto riguarda il secondo, ha rilevato il permanere di alcune criticità sostanziali e quindi definito non accoglibile il mantenimento dell'attuale configurazione operativa h12. La problematicità principale, per Cavalese, è stata rilevata nella mancata possibilità di garantire la reperibilità di pediatri, con specifiche competenze in neonatologia, in numero tale da poter garantire un servizio di guardia attiva h24, soprattutto a causa della difficoltà che tutto il Paese sta attraversando nell'assunzione di questa importante figura professionale.
L'assessore provinciale alla Salute, Luca Zeni, ed il presidente della Provincia Ugo Rossi, nel prendere atto delle motivazioni espresse dal CPNn, esprimono entrambi forte dispiacere per la decisione, pur consapevoli della situazione difficoltosa in cui sta operando il punto nascita di Cavalese. "Rispetto alla situazione di Cavalese - dichiarano Rossi e Zeni - prendiamo atto della posizione dell'Azienda sanitaria, i cui responsabili rispondono giuridicamente delle scelte organizzative, la quale ci comunica la necessità giuridica di dare seguito alle indicazioni ricevute dal CPNn. Ricordiamo come la Provincia si fosse fatta promotrice, nei confronti delle regioni limitrofe, di un'azione di elaborazione e condivisione per una proposta di revisione degli standard riguardanti la presenza h24 dei pediatri. Tale azione continuerà, così come la ricerca delle figure professionali necessarie."
"Anche in questa sede - continua Zeni- il CPNn riconosce le oggettive difficoltà orografiche dei territori che afferiscono all'Ospedale di Cavalese e pertanto la Giunta Provinciale conferma il mandato all'Azienda Sanitaria per la ricerca di una dotazione d'organico che soddisfi gli standard richiesti, in maniera da poter considerare questa una sospensione e non una chiusura e così da poter riproporre il prima possibile al Ministero una richiesta di deroga".