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Una delle salamandre più rare d’Europa minacciata dal taglio dei boschi, l’appello: “Stop alle operazioni distruttive di esbosco”
Le associazioni ambientaliste hanno sottoscritto un appello al ministro dell’ambiente Costa e al presidente del Veneto Zaia per salvare una delle salamandre più rare d’Europa: “Dopo la tempesta Vaia tutti gli sforzi per proteggere questo raro anfibio sono stati inefficaci, così rischia l’estinzione”

TRENTO. Tra gli addetti ai lavori è conosciuta come “Il gioiello dell’altopiano dei Sette Comuni”, eppure non si tratta di una speciale località o di una montagna bensì di una particolare specie di salamandra, fra le più rare d’Europa. La salamandra di Aurora (Salamandra atra aurorae) infatti, vive esclusivamente in alcuni boschi delle Prealpi italiane sud-orientali concentrandosi nella provincia di Vicenza su un’area di poco superiore ai 20 chilometri quadrati.
“Di questo anfibio – spiega il Wwf – si conosce ancora poco, descritto solo nel 1982 come una nuova sottospecie, è stato in pericolo sin da allora perché vive in territorio molto circoscritto e il suo habitat naturale, costituito da boschi maturi di abete bianco, faggio e abete rosso, è costantemente minacciato”. Non a caso la salamandra di Aurora è stata inserita nella lista rossa delle specie in pericolo di estinzione.
L’esbosco resta la principale minaccia: “Nel maggio del 2012 – commentano gli ambientalisti – le autorità locali hanno autorizzato lavori forestali distruttivi a Bosco del Dosso”, proprio la stessa foresta che ospita la più grande popolazione conosciuta di questa specie. Solo la protesta di scienziati e di alcuni politici locali riuscì a fermare temporaneamente le attività forestali nell’area, favorendo nuovi studi sulla specie, tanto che nel 2016 vennero emanate delle misure per ridurre al minimo gli impatti sulla salamandra di Aurora.
Poi però è arrivata la furia delle tempesta Vaia che ha colpito il Nord-Est, causando gravi danni alle foreste e spingendo le autorità locali ad autorizzare una serie di azioni di esbosco che il Wwf definisce “generalizzate e massicce”. Ciò è avvenuto anche in aree dove vive la salamandra e dove lo sfruttamento delle foreste sarebbe strettamente regolamentato per la conservazione della natura: “Gli scienziati ci dicono che il modo migliore per proteggere una specie in pericolo è quello di proteggere i luoghi in cui vive, invece è stato deciso di ignorare le misure di conservazione esistenti, che avrebbero potuto almeno ridurre gli impatti inevitabili delle operazioni di esbosco post-tempesta”.
Come rilevato dagli ambientalisti, a un anno e mezzo dalla tempesta Vaia, “tutti gli sforzi degli scienziati per collaborare con le autorità regionali e locali e proteggere questo raro anfibio sono stati inefficaci”. Per questo Wwf, Gufi, Sos anfibi, Lipu, Asfave, Cifr e la Societas Herpetologica Italica hanno sottoscritto una petizione per chiedere al ministro dell’ambiente Sergio Costa e al presidente della Regione Veneto Luca Zaia di intervenire. “Chiediamo di porre fine alle operazioni distruttive di esbosco nelle foreste in cui vive la salamandra di Aurora – affermano le associazioni – impegnandosi attivamente nella conservazione della specie”.