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IL VIDEO. I carabinieri sequestrano 23 esemplari di lupo selvatico e ibridi a un allevamento di “cecoslovacchi” in provincia di Viterbo

Fra gli esemplari sequestrati ci sono tre femmine e nove cuccioli, che sul mercato possono fruttare fino a 3.000 euro. Secondo i carabinieri, nella struttura dove si allevavano cani lupo cecoslovacchi erano tenuti anche lupi selvatici e ibridi nati da una serie di incroci

Di T.G. - 20 aprile 2021 - 15:41

VITERBO. È stata denominata “Cappuccetto Rosso” l’operazione che lo scorso 15 aprile ha portato i carabinieri del Cites a fare irruzione in un allevamento di cani lupo cecoslovacchi in provincia di Viterbo dove sono stati sequestrati 23 esemplari, le cui caratteristiche genetiche e fenotipiche sono riconducibili a ibridi nati incrociando lupi selvatici, con cani lupo cecoslovacchi.

 

Fra gli esemplari sequestrati ci sono tre femmine e nove cuccioli, che sono stati immediatamente trasferiti al Parco Faunistico “Monte Amiata”. Le fattispecie di reato ipotizzate sono la detenzione illegale di specie particolarmente protette dalla Convenzione di Washington-Cites e la loro detenzione in condizioni non compatibili con la loro natura. Per questo una persona è stata denunciata e sarà chiamata a risponderne in tribunale.

 

 

“Attualmente in Italia – spiegano i militari – esistono oltre 100 allevamenti di cani lupo cecoslovacco, una razza di taglia medio-grande che fa parte del gruppo dei pastori e bovari”. L’attività d’indagine ha messo in evidenza la pratica illecita posta in essere da alcuni allevatori che tendono a incrociare cani di razza lupo cecoslovacco con esemplari di lupo selvatico, per migliorarne le caratteristiche genetiche e morfologiche.

 

I cuccioli nati da tali incroci, possono fruttare fino a 3.000 euro, sono destinati alla vendita a cittadini privati e potenzialmente possono costituire un pericolo per l’incolumità pubblica, considerato che sono esemplari con forti caratteristiche di selvaticità. Infine si ricorda che alle attività d’indagine ha contribuito anche l’Ente Nazionale Cinofilia Italiana che ha fornito un qualificato contributo per il riconoscimento della specie.

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