“Alcuni bacini trentini sono assediati da limo e sedimenti”, l’allarme di Marini: “Non c’è chiarezza sulle modalità di rimozione negli invasi più grandi”
I piccoli bacini per la produzione idroelettrica vengono regolarmente liberati dal limo che si accumula ma tutti gli altri? Marini: “È evidente che se si rilascia troppo limo si rischia di creare danni alla fauna, al contrario rilasciare il limo accumulato in maniera diluita può portare dei benefici per il corso d’acqua”

TRENTO. Hydro Dolomiti Energia Srl, titolare della concessione di Boazzo-Cimego-Storo, ha presentato il “Programma per il recupero del volume di invaso della vasca di Cimego”, che è stato valutato dal Servizio Gestione risorse idriche ed energetiche della Provincia di Trento. Questo quanto si apprende da una risposta, fornita dall’assessore all’ambiente e vicepresidente della Pat Mario Tonina, a un’interrogazione del consigliere del Movimento 5 Stelle Alex Marini.
Due interventi predisposti da Hydro Dolomiti Energia sono di fatto stati cassati per varie ragioni, pertanto, spiega Tonina il Programma per il recupero del volume di invaso della vasca di Cimego allo stato attuale si compone della sola attività di “dragaggio dell’invaso di Cimego con fluitazione nella derivazione dell’impianto idroelettrico di Storo”, operazione programmata dall’azienda per il prossimo anno.
Le strategie e le tecniche adottate dai concessionari (legati alla produzione di energia idroelettrica) si differenziano da invaso a invaso in funzione delle diverse condizioni idrologiche, morfologiche ed ambientali dei corsi d’acqua che li caratterizzano. Il Servizio Gestione risorse idriche ed energetiche ad oggi ha autorizzato quasi esclusivamente interventi che utilizzano la tecnica della fluitazione, operazione che consente di miscelare la parte più fine del sedimento trasportato dai corpi idrici con l’acqua da rilasciare a valle dello sbarramento.
Si tratta di operazioni che si effettuano generalmente ad anni alterni come all’invaso di Pezzè, nelle vasche di Pontarso, di Pieve Tesino, di Malga Mare e Pozzena, e nei bacini di Castelpietra, di Zivertaghe e di Serso. “Questa tecnica – effettuata adottando una serie di accortezze a tutela della fauna ittica e dell’ambiente dei corpi idrici, precisa Tonina – permette di rimuovere la componente fine dei sedimenti presenti negli invasi”. In questo modo si punta ad assicurare il corretto e costante scorrimento del limo nelle acque dei corpi idrici del Trentino una volta effettuate le operazioni di svuotamento straordinario.
Una notizia accolta positivamente da Marini: “È evidente che se si rilascia troppo limo si rischia di creare danni alla fauna dei corsi d’acqua, al contrario rilasciare il limo accumulato in maniera diluita può portare dei benefici per il corso d’acqua. Il problema però è capire cosa viene fatto negli invasi più grandi perché nella risposta alla mia interrogazione non viene fatto riferimento a queste strutture come quella di Ponte Pià con il bacino che è tutt’ora assediato da limo e sedimenti”.