In Trentino il bostrico ha attaccato una superfice pari a circa 7500 campi da calcio in 3 anni. La Pat: ''L'epidemia proseguirà per qualche anno''
La Pat ha presentato un piano contro la diffusione del bostrico: l'individuazione precoce degli alberi infestati e il loro immediato abbattimento ed esbosco costituiscono la forma più efficace di lotta contro la sua diffusione. Nel caso invece le chiome siano già arrossate o grigie può essere conveniente, in determinati casi, lasciare le piante in bosco a protezione di quelle ancora sane delle aree circostanti

TRENTO. In Trentino nell’ultimo triennio il bostrico ha attaccato oltre 594 mila metri cubi di legname, pari a circa il 15% dei danni provocati da Vaia, su una superficie complessiva di 5.300 ettari. I distretti forestali più colpiti sono quelli di Cavalese, Primiero, Borgo Valsugana e Pergine Valsugana.
Questi alcuni dei dati forniti dalla Provincia che ha presentato il nuovo Piano per contenere la diffusione del bostrico tipografo, l’insetto che rappresenta un pericolo per i boschi del Trentino ed in particolare per le foreste delle zone più colpite dalla tempesta Vaia dell’ottobre 2018.
Il documento che fornisce un riferimento tecnico-specialistico per la gestione dell'epidemia di bostrico in corso. Le 228 trappole installate sul territorio provinciale, in collaborazione con la Fondazione Edmund Mach, rappresentano una preziosa fonte di informazioni per conoscere la diffusione e l’evoluzione del bostrico e per attivare in tempo adeguate misure di controllo e mitigazione .
Secondo le previsioni del Servizio foreste della Provincia, la diffusione del bostrico in Trentino è destinata a proseguire ancora qualche anno. Le esperienze passate, infatti, hanno dimostrato che le ‘pullulazioni’ durano in media 5-6 anni, con la massima infestazione nel secondo e terzo anno e una riduzione progressiva in quelli successivi.
Nel 2021 le trappole che hanno segnalato il superamento della soglia “epidemica” delle catture, pari a 8.000 individui per ogni “casetta” ed indice di popolazioni in fase di rapida crescita, sono state il 77%. Sulla base di tali risultati è plausibile un ulteriore aumento dei danni nel 2022, specialmente nel Trentino orientale, anche come conseguenza dell'inverno e della primavera appena trascorsi, che sono stati piuttosto caldi. Nell'ultimo mese il volo degli insetti che hanno superato l'inverno è stato molto intenso e le catture medie per trappola a livello provinciale hanno superato i 10.000 individui, valore elevato se si considera la fase ancora precoce della stagione.
L'individuazione precoce degli alberi infestati e il loro immediato abbattimento ed esbosco costituiscono la forma più efficace di lotta contro il bostrico. Nel caso invece le chiome siano già arrossate o grigie può essere conveniente, in determinati casi, lasciare le piante in bosco a protezione di quelle ancora sane delle aree circostanti. L'individuazione di nuovi focolai è assicurata dal personale forestale che, nello svolgimento delle proprie funzioni, garantisce in modo continuativo la sorveglianza sul territorio.
Lo scorso mese di aprile è stata avviata una sperimentazione in collaborazione con la Fondazione Mach, per l’impiego del modello Phenips messo a punto e gestito dall’Istituto di Entomologia dell’Università di Vienna, con la quale è stato stipulato un accordo biennale. Per l’utilizzo del modello vengono utilizzati i dati meteorologici di temperatura, precipitazione e radiazione solare di 31 stazioni meteorologiche della rete di MeteoTrentino e 21 stazioni meteorologiche della rete della Fondazione Mach. Sulla base di queste informazioni, il modello fenologico Phenips simula le variazioni spaziali e temporali nello sviluppo stagionale del bostrico tipografo, con le attività di sciamatura, le infestazioni delle piante ospiti ed i ritmi di sviluppo delle generazioni.