L’atteggiamento “mafioso” del cuculo (VIDEO), l’esperto: “Comportamento mai visto prima”
Per la prima volta in assoluto è stato ripreso un comportamento ‘vendicativo’ da parte di un cuculo comune, è successo in Italia e nella letteratura scientifica non ci sono casi come questo. L’ornitologo e professore di zoologia dell’Università di Pavia: “Il video è eccezionale perché questi atteggiamenti non erano nemmeno mai stati ipotizzati per questa specie”

BUDOIA. Il cuculo è sicuramente uno degli uccelli più emblematici, grazie al suo caratteristico verso c’è chi ha realizzato una serie di orologi che sono diventati un simbolo delle baite di montagna. Altrettanto nota è la sua tecnica di riproduzione, il cosiddetto parassitismo di cova. In sostanza la femmina del cuculo, una volta individuato il nido di un passeriforme, ingoia una delle uova presenti (o la fa cadere), dopodiché depone il suo. In genere il pulcino del cuculo nasce prima (possono bastare 14 giorni) e immediatamente si sbarazza delle altre uova o, se sono già nati, degli altri piccoli presenti. Nel frattempo i genitori adottivi continuano a nutrirlo fino a quando non è abbastanza grande per lasciare il nido.
Questo almeno è il comportamento standard del cuculo comune (Cuculus canorus). Eppure Alessia Pellegrini, la giovane che gestisce la pagina social de “Il Vallone di San Tomè”, e il padre Luca sono riusciti, per la prima volta in assoluto, a riprendere un comportamento del tutto anomalo. In aprile padre e figlia hanno costruito e posizionato alcuni nidi artificiali per aiutare gli assioli (dei rapaci che vengono spesso confusi con le civette) a riprodursi. Una di queste piccole strutture è stata posizionata nei boschi di Dardago, una frazione del comune di Budoia che si trova nella zona collinare ai piedi del massiccio del Monte Cavallo, in Friuli-Venezia Giulia.
Nei primi giorni di maggio il nido è stato occupato da una coppia di codirosso comune. Grazie a una fototrappola è stato possibile seguire passo passo quanto stava accadendo, compreso l’arrivo di una femmina di cuculo che ha deposto il suo uovo. Questa volta però i codirossi si sono accorti dell’intruso e hanno distrutto l’uovo del cuculo.
La coppia di passeriformi ha così continuato la cova delle proprie uova fino a quando non si sono schiuse. Ciò che ha dell’incredibile è quanto ripreso pochi giorni più tardi dalla fototrappola dei Pellegrini. La femmina di cuculo è tornata nel nido, forse per verificare se il suo piccolo fosse presente (ma questa è solo un’interpretazione ancora da dimostrare), e non trovandolo ha iniziato a uccidere quelli del codirosso. Dopo numerosi attacchi la coppia di passeriformi è riuscita a salvare soltanto due pulcini.
“In questa specie un comportamento ‘vendicativo’ di questo tipo non era mai stato messo in evidenza”, commenta sottolineando l’eccezionalità dell’evento l’ornitologo e professore di zoologia dell’Università di Pavia, Giuseppe Bogliani.
“Atteggiamenti simili – spiega Bogliani – erano noti esclusivamente per il cuculo dal ciuffo (Clamator glandarius ndr) ed erano stati studiati solo in una regione della Spagna”. Infatti se le uova nel cuculo comune possono facilmente confondersi con quelle delle maggior parte dei passeriformi, le uova del cuculo dal ciuffo sono più grandi. Non a caso questa specie (presente anche in Italia benché meno diffusa) predilige “parassitare” i nidi di cornacchie e gazze. A differenza della specie più diffusa però, i piccoli del cuculo dal ciuffo non eliminano né le altre uova né gli altri pulcini.
La coppia adottiva continua comunque a nutrire il pulcino del cuculo dal ciuffo. Il motivo è probabilmente legato alla “vendetta” riservata a chi non accetta “l’ospite”. “I ricercatori hanno notato che molto spesso per le coppie di uccelli che non nutrivano il piccolo del cuculo dal ciuffo il fallimento della nidificazione era totale, i piccoli restavano nel nido uccisi o le uova venivano distrutte ma non per essere consumate”, ricorda l’ornitologo. È per questo che gli studiosi parlano di un vero e proprio “atteggiamento mafioso” da parte del cuculo.
Queste osservazioni hanno portato a ipotizzare che gazze e cornacchie abbiano accettato di nutrire anche i piccoli del cuculo dal ciuffo per non perdere i propri. “Il video che arriva da Dardago però resta eccezionale – conclude Bogliani – perché questi comportamenti non erano nemmeno mai stati ipotizzati per il cuculo comune, si tratta di una novità interessantissima che vale la pena approfondire”.