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"Pollini inquinati da fitofarmaci". I dati del 'biomonitoraggio' in Valsugana: "Su 68 analizzati 66 sono contaminati. Pericoloso per gli insetti impollinatori"
Lo studio scientifico, realizzato nel 2022, è stato portato avanti in collaborazione con la Libera Università di Bolzano. I pollini analizzati sono stati raccolti in due momenti diversi, a maggio e a giugno 2022. Belli e Nesler: "Una sorta di 'istantanea' della qualità ambientale del territorio. Sono solo 2 pollini non sono contaminati: gli altri non sono commercializzabili, contengono da 1 a 12 principi attivi"

TRENTO. In Valsugana pollini contaminati principalmente dai fitofarmaci. E' questo quanto emerso tra i dati del biomonitoraggio con "Apis mellifera" realizzato in Valsugana nel 2022. Si tratta di uno studio scientifico portato avanti in collaborazione con la Libera Università di Bolzano, "una sorta di 'istantanea' della qualità ambientale del nostro territorio, il punto da cui ripartire con azioni concrete di miglioramento", spiegano la presidente dell’Associazione Apicoltori Valsugana Lagorai Elena Belli e il responsabile del progetto Romano Nesler.
I dati della ricerca sono stati presentati sabato 25 febbraio in conferenza stampa a Levico Terme. Nel corso del monitoraggio sono state trovate sostanze contaminanti che hanno le seguenti origini, spiegano i due esperti: "Principi attivi di fitofarmaci usati in agricoltura catalogati in quattro categorie tutte rappresentate (insetticidi, fungicidi, erbicidi e ormoni delle piante); un principio attivo di fitofarmaci usati in agricoltura e in apicoltura per la lotta alla varroasi (tau-Fluvalinate un insetticida e acaricida); metalli pesanti la cui origine va approfondita con ulteriori studi per determinare se sono derivati da inquinamento ambientale (traffico, fabbriche e altro) o da assorbimento radicale da terreni naturalmente più ricchi di questi elementi".
LE ANALISI
Le analisi sono state condotte sui pollini e non sul miele. Questo perché il primo "ha una matrice acquosa - dichiarano Belli e Nesler - e una grassa e si lega molto facilmente con qualsiasi sostanza contaminante solubile in acqua o nei grassi. Per nostra esperienza la contaminazione del polline è frequente". Il miele invece "contiene pochissima acqua (circa il 16-18%) ed è composto quasi esclusivamente da zuccheri semplici. Data la sua composizione non si lega facilmente con sostanze contaminanti, quindi la sua contaminazione è assai rara".
Sono stati 68 i pollini analizzati, raccolti in due momenti diversi: il primo a maggio 2022, il secondo a giugno 2022. Dalle analisi emerge che "solo 2 pollini non sono contaminati (raccolti in due punti lontani molti chilometri dal fondovalle, in alta montagna, in zone protette anche dalle correnti ascensionali)", mentre "gli altri 66 non sono commercializzabili e contengono da 1 fino a 12 principi attivi".
Si può individuare un evidente limite per i 500 apicoltori della Valsugana che "non possono di fatto produrre polline": "Si tratta di un danno arrecato da un settore dell’agricoltura a un altro - aggiungono i relatori -. L’apicoltura rappresenta lo 0,2% del fatturato dell'intero settore. Tutti i prodotti ritrovati (fatta eccezione per due già ritirati da mercato) sono fitofarmaci regolarmente autorizzati e utilizzabili in agricoltura, ma il diritto individuale trova dei limiti quando si arreca danno ad altri".
I DANNI
Emergono quindi due criticità. "Siamo convinti che il dato più preoccupante sia la contaminazione ambientale e la tossicità dei pollini verso gli insetti pronubi che garantiscono l’impollinazione delle piante spontanee". Questo monitoraggio apre perciò delle questioni che andranno approfondite per capire quali effetti hanno le sostanze contaminanti sulle api: "Un ulteriore studio sarà condotto nel 2023 calcolando la tossicità dei pollini contaminati nei due anni (2022-2023) e l’evoluzione negli anni successivi".
Gli effetti negativi anche sugli altri impollinatori: "Le api e gli altri insetti impollinatori occupano la medesima nicchia ecologica, infatti si alimentano di polline e nettare raccolto sui fiori. Le problematiche di contaminazione sono quindi comuni a tutti gli insetti pronubi. Il numero di queste specie sta diminuendo rapidamente".