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Avanti piano con le fragole bio


Laureato in Scienze Agrarie all'Università di Padova, dal 1961 al 1994 è stato docente all'Istituto Agrario di San Michele
In Trentino la coltivazione di fragole e piccoli frutti con metodo biologico è rappresentata da una superficie complessiva di 20 ettari. Non accorpati, ma suddivisi in appezzamenti di ridotta estensione gestiti da agricoltori a tempo parziale, spesso donne che ricavano prezzi elevati dalla vendita dei frutti.
Ipotizzare un raddoppio della superficie è tecnicamente possibile. Pensare di superare questo limite appare invece fuori luogo.
In Trentino è ormai diffusa e consolidata la coltivazione fuori terra che si pratica in contenitori sopraelevati riempiti di supporto organico speciale collegato con rete di distribuzione di acqua irrigua con o senza elementi nutritivi (fertirrigazione).
Il sistema fuori suolo è stato adottato alcuni decenni fa per tre motivi.
Possibilità di programmare la coltivazione; facilità di raccolta; minore pericolo di infezioni da botrite.
Il costo di produzione è più elevato rispetto alla coltivazione sul terreno, come si fa in Alto Adige ma solo in Val Martello.
In Trentino mancano inoltre terreni liberi sufficienti e la maggiore remunerazione dell’allevamento a terra non induce gli agricoltori a rinunciare alla coltivazione fuori terra che fa risparmiare tempo e fatica.