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Il frutteto pedonabile del Trentino attira molti visitatori anche dall’estero, anche in Corea del Sud


Laureato in Scienze Agrarie all'Università di Padova, dal 1961 al 1994 è stato docente all'Istituto Agrario di San Michele
Da 25 anni Alberto Dorigoni tecnologo della frutticoltura alla Fondazione Mach e responsabile dei due campi sperimentali Maso delle Parti di Mezzolombardo e Maso Maiano di Cles si occupa di nuove forme di allevamento del melo alternative al tradizionale fusetto.
Partendo dalla prima versione a parete denominata Bi-Baum, attraverso continue modifiche l’esperto ha raggiunto la forma a parete mono o bifilare simile al sistema di allevamento a Gujot diffuso in viticoltura.
Il frutteto pedonabile attira molti visitatori anche dall’estero. Ma sono in continua ascesa anche gli inviti che Alberto Dorigoni riceve da vari Paesi per tenere conferenze o allestire prove dimostrative in pieno campo.
Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 novembre l’esperto è stato ospite dell’Università nazionale della Corea del Sud.
Ha tenuto una lezione sull’argomento alla presenza di 450 studenti e ricercatori e allestito due prove dimostrative in frutteto alle quali erano presenti 50 e 80 addetti al settore.