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Film contro Israele all'Arsenale, la Comunità ebraica: "No alla proiezione''. Ma il presidente Arci: ''No alla censura''
L'iniziativa è del Fronte della Gioventù comunista del Trentino Alto Adige, che dà appuntamento al circolo Arci L'Arsenale di via degli Orbi per giovedì 31 maggio alle 18. Sarà presente la regista. Elisabetta Rossi Borenstein: "L'odio contro Israele l'alibi per antisemitismo". La Malfa: "Nemmeno rispondo a queste accuse"

TRENTO. "Proiezione del film 'Israele, il cancro' e incontro con la regista Samantha Comizzoli: una testimonianza della brutalità della violenza di Israele ai danni del popolo palestinese. Seguirà un dibattito sulla situazione odierna che porta la Palestina a combattere per la propria libertà".
L'annuncio è sulla pagina Facebook del Fronte della Gioventù comunista del Trentino Alto Adige, che dà appuntamento al circolo Arci L'Arsenale di via degli Orbi per giovedì alle 18. Un'iniziativa che ha suscitato l'immediata condanna della comunità ebraica altoatesina e dell'associazione Italia-Israele.
"Apprendiamo che e' in programma il film realizzato dall'attivista filopalestinese Samantha Comizzoli, in passato arrestata in Israele. Attivista sostiene apertamente il terrorismo contro Israele - spiegano i presidenti delle due realtà - e fu colei che si fece ritrarre davanti a un forno facendo il segno tre con le dita in supporto al rapimento di tre ragazzi israeliani poi uccisi dal terrorismo palestinese".
Un'accusa, quest'ultima, che la regista ha sempre respinto, affermando di essere stata immortalata davanti ad un forno per cuocere il pane durante un'iniziativa con le comunità palestinesi, e che il collegamento - da brividi - è soltanto una macchinazione dei suoi avversari.
Sta di fatto che Samantha Comizzoli non è per nulla tenera con Israele, definendo 'nazista' l'occupazione delle terre palestinesi. "Auspichiamo che questa proiezione non avvenga, specialmente come già accaduto in passato in locali pubblici", scrivono nella nota Elisabetta Rossi Borenstein e Alessandro Bertoldi.
Una richiesta che però Andrea La Malfa, presidente dell'Arci dl Trentino, non condivide: "Si tratta di un film che potrà essere apprezzato o aspramente criticato, da cui si potrà prendere le distanze rispetto ai contenuti - spiega - ma la censura è sempre negativa".
"I film si possono scaricare anche da casa ormai - afferma La Malfa - e si possono guardare seduti nel privato del proprio salotto. Un documento di questo tipo, così divisivo, credo sia molto meglio affrontarlo con una proiezione pubblica in cui possano emergere anche le critiche al punto di vista dell'autrice".
Insomma, il dibattito è sempre un mezzo democratico, fa capire il presidente di Arci. "Se ne discute - afferma - e proiettare un film non significa certo condividerne i contenuti in modo acritico. L'ingresso è aperto a tutti e tutti possono partecipare per dire quello che pensano".
Ma il comunicato della Comunità ebraica e dell'associazione Italia-Israele esprime preoccupazione: "Soprattutto dopo gli ennesimi segnali di focolai antisemiti e contro Israele provenienti dal Trentino ci auguriamo che la società trentina, le istituzioni e le forze politiche possano esprimere sentimenti di condanna e prendere le distanze da eventi come questo".
"Sono infatti delle scorse settimane gli episodi registrati proprio in Trentino contro Israele e il Giro d'Italia, le manifestazioni di protesta e di sostegno al terrorismo filopalestinese si stanno moltiplicando nel Paese. Troppo spesso l'odio contro Israele diviene l'alibi dietro il quale celare un latente e crescente antisemitismo e siamo certi questi sentimenti non appartengano alla società trentina".
A queste accuse, che sovrappongono la critica alle politiche del governo dello stato di Israele con l'antisemitismo, Andrea La Malfa non vorrebbe nemmeno rispondere: "Credo che la nostra storia parli per noi. Accusare l'Arci di questo è fuori da mondo. Non ha senso rispondere a queste argomentazioni".