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Tragedia sulle Tre Cime di Lavaredo. Si ritrovano 20 metri sopra la via, cercano di calarsi ma la roccia cede
Tre amici stavano affrontando la via normale sulla Grande delle Tre Cime quando hanno perso l'orientamento. Accortisi dello sbaglio hanno provato a scendere ma l'appiglio si è staccato e un uomo è precipitato per oltre 100 metri nel vuoto

BELLUNO. Massima attenzione perché è facile perdere l'orientamento e ritrovarsi fuori dalla via. E' questa una delle raccomandazioni che si ricevono sempre prima di avventurarsi per la "via normale" sulla Grande delle Tre Cime di Lavaredo. Una salita che richiede una certa pratica alpinistica, ma che non presenta grosse difficoltà tecniche se non proprio quella di riuscire a restare nel percorso giusto. La via si sviluppa sulla parete sud lungo un percorso tortuoso che segue cenge, paretine e camini sfruttando i punti più deboli della parete.
Nel tempo sono stati allestiti molti "ometti" e ci sono diversi segnali di vernice ma trovare la giusta via di salita non è sempre facile soprattutto in caso di nuvole basse e scarsa vivibilità. Ebbene questa mattina tre amici, due uomini e una donna, stavano proprio affrontando la bellissima via che si inoltra in quelle che sono considerate le più belle montagne delle Dolomiti quando, all'improvviso, si sono trovati una ventina di metri sopra il percorso corretto.
Hanno quindi deciso di calarsi assicurandosi ad un appiglio ma, non appena il primo di loro ha iniziato a calarsi, la roccia si è staccata e l'uomo è precipitato per oltre cento metri nel vuoto. La tragedia si è compiuta a quota 2.800 metri sulla Grande delle Tre Cime.
Immediatamente sono stati chiamati i soccorsi e sul posto si è recato l'elicottero del Suem che ha prima imbarcato i due compagni che si erano fermati in una nicchia in evidente stato di shock e poi ha proceduto al recupero del corpo senza vita dello scalatore, un 46enne di nazionalità tedesca, e lo ha trasportato a valle, dove era presente anche il personale della Scuola alpina della Guardia di Finanza.