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Vandali a Trento, distrutte le opere degli studenti lungo la pista ciclabile dell'Adige
Erano dei pannelli fatti dalle scuole in collaborazione con il Comune per raccontare il tema dell'acqua. Qualcuno nell'ultimo fine settimane le ha fatte a pezzi. Chiara Maule: "Dobbiamo impegnarci tutti per far cambiare la cultura di chi non si interessa dei beni comuni dando per scontato che altri lo faranno"

TRENTO. I cartelli erano stati posizionati da qualche mese ed erano stati realizzati per raccontare il tema dell'acqua. Opere d'arte che si trovavano lungo la pista ciclabile dell'Adige poco prima di arrivare al grande prato delle Albere.
Ora però non ci sono quasi più. A quelle poche che rimangono mancano dei pezzi mentre le altre sono state completamente distrutte da qualcuno che nella notte tra sabato a domenica ha deciso di farle a pezzi. Ad accorgersene ieri mattina sono stati alcuni passanti che si sono trovati le opere per terra ai lati della pista ciclo pedonale.

L'iniziativa di questi cartelli era nata dalla collaborazione siglata tra il Comune di Trento, promossa dall’assessore Chiara Maule, l’Istituto Tambosi, la Scuola di Arti Grafiche Artigianelli e l’Enaip all’interno del progetto di Alternanza Scuola Lavoro.

Lo scopo era quello di realizzare, lungo il fiume Adige nel quartiere delle Albere, un'installazione di pannelli corredati da QR-Code che riporteranno poesie, brani di letteratura, testi di canzoni e riproduzioni di quadri di artisti contemporanei e locali sul tema del fiume e dell'acqua, selezionati dagli studenti delle scuole aderenti al progetto che hanno poi anche curato la parte grafica dei cartelli.
Un lavoro importante che aveva visto l'impegno degli studenti di prendersi cura di uno spazio comune. Un impegno che, però, nel fine settimana qualcuno ha deciso di mandare in frantumi.
“Fino ad oggi non era mai accaduta una cosa simile e quello che è successo – ha spiegato l'assessora Chiara Maule – mi crea molto dispiacere e ho intenzione di parlarne con le scuole e soprattutto con i ragazzi che hanno dato vita a queste opere che altri hanno distrutto per capire cosa fare ora”.
Il progetto come detto era nato all'interno del percorso dei beni comuni avviato dall'amministrazione. “La nostra volontà – ha spiegato l'assessora – è quella di far emergenze la cultura del prendersi cura di ciò che ci sta attorno. Sappiamo che c'è una parte di società che si disinteressa quasi completamente dei beni comuni dando per scontato che altri si ne occuperanno. E' questa la cultura che deve essere cambiata”.