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Coronavirus, cavedani in frega sulle rive del Garda (VIDEO), il pescatore: “Fenomeno che non si vedeva da anni”
L’eccezionalità dell’evento non risiede nella frega in sé ma piuttosto nel fatto che normalmente le uova deposte verrebbero distrutte dai bagnati che oggi però, per via le restrizioni, non affollano le spiagge. Il pescatore: “Quest’anno non succederà e la specie se ne avvantaggerà”
RIVA DEL GARDA. Il video è stato postato sui social da Alberto Rania uno dei pochi pescatori professionisti del lago di Garda e mostra un buon numero di cavedani intenti nella cosiddetta frega, ovvero quando i pesci, soprattutto d’acqua dolce, si preparano per deporre le uova e dar vita alla prossima generazione. In sostanza molti pesci della famiglia Cyprinidae (la stessa dei cavedani appunto), usano strofinarsi alle pietre del fondo del fiume durante il corteggiamento, da qui il termine frega.
Ovviamente l’eccezionalità dell’evento non risiede nella frega in sé ma piuttosto nel fatto che normalmente, buona parte delle uova deposte verrebbe distrutta. Quest’anno però potrebbe andare diversamente, infatti l’accesso alle spiagge è fortemente limitato dalle restrizioni per il coronavirus e pertanto la maggior parte delle uova potrebbe salvarsi. “Il problema – osserva Rania – è che in situazioni normali le uova deposte dai cavedani sul bagnasciuga vengono per la maggioranza distrutte da chi entra in acqua per fare il bagno, quest'anno invece non succederà e la specie se ne avvantaggerà”.
Il video è stato ripreso da un utente a Torri del Benaco e successivamente mandato a Rania che ha commentato: “La natura si riprende i suoi spazi, una frega così in pieno giorno è rarissima, in condizioni normali sono disturbati dalle attività umane e fregano di notte quando le spiagge tornano tranquille”.
Molte specie di pesci che abitano il lago di Garda, tra cui il rarissimo carpione, sono minacciate da molti fattori che vanno dalla pesca indiscriminata ai cambiamenti climatici, ma c’è chi, come Rania, è in prima fila per la salvaguardia della fauna ittica ed è impegnato nei progetti di ripopolamento del lago (QUI articolo).
“Questa emergenza legata al coronavirus ha completamente cambiato le nostre azioni di vita quotidiane – spiega il pescatore professionista – il Lago però è sempre lì, per lui e i suoi abitanti sommersi non è cambiato niente, anzi forse il lago, in qualche modo si sta gustando questo periodo di relativa tranquillità. Noi pescatori – conclude – guardiamo oltre e come facciamo già da anni, dedichiamo una parte del nostro tempo alla coltivazione del lago, in fondo il lago è come un campo, va coltivato, una buona semina è il preludio di un buon raccolta”.