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Orsi al Casteller, gli animalisti: ''Questa è tortura, ora Fugatti li liberi e si assuma le proprie responsabilità''
Secondo gli animalisti "dovrà intervenire la Magistratura a riportare la legalità in un Trentino che ha confuso l'Autonomia con l'indipendenza dallo Stato nazionale, la disobbedienza alle leggi nazionali e internazionali, la tracotanza”

TRENTO. Una condizione di vita “che si può lecitamente definire 'tortura'", non usano mezzi termini le associazioni ambientaliste Enpa del Trentino, Lac, Lav, Legambiente, Lipu, Pan-Eppaa e Wwf per critica la Giunta provinciale di Trento per quel che riguarda la gestione degli orsi che si trovano rinchiusi al Casteller.
“Le decisioni di Zanotelli e Fugatti fin da subito si sono rivelate del tutto sbagliate – ha spiegato il coordinamento di associazioni - sia nei confronti dell'allevamento e della pastorizia, difesi esclusivamente a parole, che dei cittadini, mai informati correttamente sui comportamenti da tenere in presenza dei grandi carnivori, che infine degli orsi stessi, irragionevolmente e falsamente accusati dei peggiori delitti”.
Ora, spiegano le associazioni, “i nodi sono arrivati al pettine” e il governo provinciale dovrà assumersene le responsabilità. “Sono dovuti arrivare da lontano funzionari ed esperti, inviati dal ministro Costa, per accertare eventuali elementi propri del maltrattamento. E indizi gravi sono emersi con tale chiarezza da indurre il ministro a consigliare alla Giunta provinciale il rilascio sollecito delle vittime, per evitare peggiori conseguenze”.
Per gli animalisti ad intervenire dovrà essere ancora una volta la Magistratura. “Gli orsi rimarranno segregati in condizioni inaccettabili, finché - ancora una volta - dovrà intervenire la Magistratura a riportare la legalità in un Trentino che ha confuso l'Autonomia con l'indipendenza dallo Stato nazionale, la disobbedienza alle leggi nazionali e internazionali, la tracotanza”.
Le associazioni aderenti al Coordinamento si sono già attivate affinché sia garantito il rispetto delle leggi a tutela degli animali. “Faremo tutto quello che è in nostro potere – spiegano - per consentire ad M49, M57 e DJ3 una vita degna, liberandoli da una condizione che si può lecitamente definire 'tortura'”.