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Uccide la compagna sparandole in testa, era già stato denunciato due volte per aggressioni
Le denunce risalgono al 2009 e il 2012 e in un caso aveva cercato di far uscire di strada l'ex moglie. L'uomo lavorava a Bressanone ma si trovava a Milano ospite della donna che ieri notte ha ucciso

MILANO. “Voleva lasciarmi, l'ho ammazzata” queste le parole che l'uomo di 47enne, guardiacaccia di Bressanone, avrebbe pronunciato in lacrime davanti ai carabinieri quando ieri mattina si è presentato per confessare il terribile omicidio che aveva commesso.
L'uomo, Antonio Vena, ha preso in mano il fucile a pompa ed ha sparato in testa alla compagna, Alessandra Cità. L'arma era detenuta regolarmente dalla donna ma Vena conosceva il posto dove trovarla.
Il movente sembra essere quello della gelosia. I due si trovavano in casa assieme perché, stando sempre quando ricostruito dalle forze dell'ordine, la donna lo stava ospitando per il periodo di isolamento imposto dall'emergenza coronavirus.
Le indagini nelle ultime ore sono andate avanti. Vena era già stato denunciato due volte per violenza dalla donna con cui in passato era sposato.
Le denunce risalgono al 2009 e al 2012 quando vivevano assieme a Chiusa. Nel 2012, secondo la denuncia, Vena aveva inseguito la donna in macchina e l'aveva tamponata fino a farla uscire di strada.