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Il futuro delle donazioni e delle capre di Agitu, Ianeselli: “Ecco perché i 100mila euro non si possono ancora utilizzare”
Il sindaco di Trento interviene per fare chiarezza sulla destinazione dei fondi raccolti e sul futuro del gregge: “Capiamo la delusione di chi avrebbe voluto tenere insieme, in Valle dei Mocheni, le capre di Agitu, ma la soluzione temporanea che è stata trovata mira proprio a tutelare gli animali. Stiamo elaborando un progetto capace di tener viva la memoria di Agitu e di farsi interprete del suo amore per gli animali e per il territorio”

TRENTO. La notizia del trasferimento delle capre appartenute all’imprenditrice Agitu Ideo Gudeta verso altre stalle della Valle dei Mocheni ha colto molti di sorpresa, destando preoccupazione e anche qualche discussione amplificata dai social. Anche per questo è intervenuto il sindaco di Trento Franco Ianeselli che ha affermato: “Credo sia opportuno fare un po’di chiarezza, per rispetto di chi ha donato e anche per non aggiungere nuove amarezze alla già grande tristezza per una perdita tragica e incolmabile”.
Come ricorda il primo cittadino, finora, le 82 capre sono state alloggiate all’interno di una stalla (non di proprietà della pastora) e gestite dalla Federazione Allevatori trentini, che ha affidato un incarico retribuito a Beatrice Zott per la cura quotidiana degli animali. “Con il passare dei giorni – spiega Ianeselli – si sono presentati due grandi problemi”. Il primo riguarda lo stato di salute delle stesse capre: circa il 60% delle esemplari sono gravide pertanto il gregge potrebbe facilmente superare le 100 unità e la stalla dove erano alloggiate sarebbe stata troppo piccola. Il rischio era che le madri calpestassero a morte i piccoli. In secondo luogo le basse temperature hanno fatto gelare l’acqua che alimentava la stalla.
“In questa situazione di emergenza – prosegue il sindaco – è stato necessario trovare in fretta una soluzione immediatamente percorribile per il bene delle capre. I veterinari dell’Azienda sanitaria e la stessa Federazione allevatori hanno consigliato di affidare il gregge a professionisti del settore, attenti al benessere animale e capaci di prendersi cura dei capretti appena nati”. Così è stato, per prima cosa è stata chiesta la disponibilità agli allevatori della Valle dei Mocheni, poi la ricerca è stata estesa a tutto il Trentino.
“D’intesa con la famiglia di Agitu, le capre sono state affidate temporaneamente, per un periodo di sei mesi, ad allevatori della stessa Valle dei Mocheni, di Lavarone, Vallarsa e Brentonico. Si tratta di professionisti – sottolinea Ianeselli – la cui affidabilità è garantita dai veterinari dell’Azienda sanitaria e della stessa Federazione, che vanno ringraziati per la sensibilità con cui hanno risposto all’appello ad accogliere gli animali. Con il gregge al sicuro, in questi mesi potranno essere chiarite tutte le questioni legate all’eredità e alla situazione economica dell’azienda di Agitu e si potrà decidere come procedere”.
L’aspetto non secondario riguarda infine la gestione degli oltre 100 mila euro raccolti sotto forma di donazioni. Soldi, precisa il sindaco, che non sono ancora stati toccati perché indisponibili, visto che la raccolta fondi è ancora aperta: “A breve, dopo la sua formalizzazione, si riunirà il comitato, costituito dal presidente del Consiglio comunale Paolo Piccoli, dall’amica di Agitu Elisabetta Nardelli e da un familiare, che avrà non solo il compito di decidere per quali progetti impiegare la cifra, ma anche il dovere di rendicontare fino all’ultimo euro. Capiamo la delusione di chi avrebbe voluto tenere insieme, in Valle dei Mocheni, le capre di Agitu. Ma la soluzione temporanea che è stata trovata mira proprio a tutelare gli animali, che potranno essere riuniti in futuro, e a prendere tempo, in attesa che la situazione sia definita e si possa avviare un progetto realistico capace di tener viva la memoria di Agitu e di farsi interprete del suo amore per gli animali e per il territorio”.