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Dalle capre all'azienda agricola, dopo l'assassinio il sogno di Agitu rischia di spegnersi. L'appello: ''In due anni nessuno ha proseguito il suo progetto, fatevi avanti''

Ancora tutto è fermo, dall'immobile della vecchia scuola di Frassilongo, dove Agitu aveva ricavato il suo caseificio, all'attività di azienda agricola con le sue capre, oggi accudite da un allevatore della Valle dei Laghi. C'è poi la questione dei fondi raccolti, circa 88 mila euro per i quali si stanno cercando idee su come utilizzarli con iniziative che onorino e ricordino Agitu 

Di Giuseppe Fin - 28 December 2022 - 12:49

TRENTO. Il progetto e il sogno di Agitu rischia di spegnersi. Domani, 29 dicembre, saranno passati due anni dalla morte della pastora, uccisa per mano del suo collaboratore, il 33enne Suleiman Adams, oggi detenuto in carcere a Trento.

 

Dopo una spinta iniziale da parte dell'intera comunità che dava speranza di portare avanti il progetto (e il marchio) “la Capra Felice”, ad oggi purtroppo tutto è ancora fermo e chi ha il compito di curare i beni sta cercando una soluzione. “Qualcuno si faccia avanti per continuare il sogno di Agitu” e l'appello che è arrivato in queste ore.

 

“Io temo che sia irrealizzabile trovare qualcuno che possa portare avanti l'intero progetto” ha spiegato l'avvocata Annarosa Molinari, nominata dal Tribunale di Trento curatrice dell'eredità giacente. “Agitu aveva un progetto a 360 gradi che coinvolgeva l'azienda agricola, la produzione di formaggi, i cosmetici e poi l'agritur dove avrebbe valorizzato la sua filosofia etica. Piuttosto impegnativo per un nuovo imprenditore portare avanti tutto insieme il progetto ma credo sia più fattibile scorporare e spezzare le realtà che ci sono”.

 

E quali sono queste realtà? Da una parte c'è l'immobile di Frassilongo che è una struttura per tre quarti già ristrutturata e potrebbe essere considerata per finalità di vario tipo: attività di agritur ma anche, dal punto di vista privato, la creazione di appartamenti. Ci potrebbero essere, inoltre, finalità di tipo culturale per gli enti pubblici.

 

Poi abbiamo l'azienda agricola, il gregge, con la produzione dei prodotti caseari e prodotti cosmetici con il marchio della “Capra felice” che richiama una filosofia precisa. “Una filosofia – spiega Molinari – che viene mantenuta in questo momento da un allevatore della Valle dei Laghi che si sta occupando delle capre di Agitu e per questo lo ringraziamento”. “C'è la necessità – spiega sempre l'avvocata – di un imprenditore che capisca il valore di questo marchio, di questa filosofia e accetti l'avventura di affrontare questo business”.

 

C'è però un altro capitolo in tutta questa vicenda. Quello che riguarda i fondi che sono stati raccolti attraverso la piattaforma di crowdfunding. Parliamo di circa 106 mila euro.

Una raccolta fondi che è stata promossa dal sindaco Franco Ianeselli e che ha poi portato alla costituzione di un Comitato il 14 aprile del 2021 composto da padre Mussie Zerai Yosief in rappresentanza della famiglia, Elisabetta Nardelli, amica di Agitu e Paolo Piccoli, notaio e presidente del Consiglio Comunale.

 

Nel corso di questi due anni sono stati spesi in parte per la venuta a Trento dei familiari e per il rimpatrio della salma che era il primo obiettivo della raccolta.

 

Una parte, circa 13 mila euro, è stata usata nel primo periodo per il mantenimento delle capre in accordo con la curatrice. La somma finale rimasta è poco meno di 88 mila euro.

 

In questo caso si sta cercando ora di capire come utilizzare questi fondi con iniziative che possano onorare e ricordare Agitu. Da qui l'appello a tutta la popolazione di fare proposte: [email protected]

 

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