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Tampon Tax tour, Trento e Rovereto insieme per dire basta alla tassa sugli assorbenti: “Sono beni primari, è una battaglia di civiltà"

Le Amministrazioni delle prime due città del Trentino hanno aderito alla campagna #stoptampontax, per abbassare l'Iva sui tamponi e assorbenti dal 22% attuale (al pari di beni di lusso) al 4%

 

Pubblicato il - 08 settembre 2021 - 11:10

TRENTO. A Trento e Rovereto si è fermato ieri (7 settembre) il Tampon Tax tour (Qui Articolo), organizzato dall'associazione 'Tocca a noi' per portare in Parlamento la richiesta di ridurre al 4% l'Iva sugli assorbenti: entrambe le Amministrazioni delle prime due città del Trentino hanno aderito con entusiasmo all'iniziativa, vista come una “battaglia di civiltà” e di un “segnale importante per venire incontro alle esigenze di donne e famiglie”.

 

Attualmente infatti l'aliquota sugli assorbenti e in generale sui prodotti igienici femminili è al 22%, al pari di beni di lusso. Una situazione che, nel capoluogo, le farmacie comunali hanno cercato di  già qualche mese fa, abbassando i prezzi degli assorbenti di una cifra equivalente all'Iva (Qui Articolo). Ora anche a Rovereto il sindaco Valduga ha condiviso l'impegno ad intervenire, aderendo all'appello attraverso un'azione diretta nelle farmacie gestite da Smr.

 

“Dopo la riduzione del prezzo degli assorbenti nelle farmacie comunali – ha scritto su Facebook il sindaco di Trento Franco Ianeselli dopo l'incontro con l'associazione 'Tocca a noi' in occasione del Tampon Tax Tour l'Amministrazione non ha voluto perdere l'occasione per sostenere la campagna che punta ad arrivare in Parlamento e chiedere una riduzione al 4% dell'Iva sugli assorbenti. Sono felice di poter dire che con questa firma anche la città di Trento aderisce a #unnuovociclo, una battaglia di civiltà e per la parità di genere”.

 

Secondo la vicesindaca di Rovereto Giulia Robol la campagna è “un segnale importante per venire incontro alle esigenze di donne e famiglie. Certamente come Comune di Rovereto non abbiamo possibilità di incidere su tutto il costo dei dispositivi sanitari, ma aderire a questa iniziativa significa manifestare la consapevolezza di una necessità di cambiare rotta a livello nazionale. Non tutte le donne vanno in farmacia ad acquistare questi prodotti, vista la facile reperibilità all’interno dei normali supermercati, ma essere parte di un movimento che dal 2016 ad oggi ha già raccolto oltre 600 mila firme e sta vedendo sempre più adesioni da parte dei Municipi, è importante per arrivare ad un riconoscimento nazionale atteso”.

 

“In Italia – spiega l'assessora della Città della quercia Micol Cossali assorbenti, tamponi e coppette mestruali non sono considerati beni di prima necessità e per questo sono sottoposti al regime di Iva come fossero beni di lusso. Una tassazione che non può essere giustificata, poiché di fatto le donne hanno bisogno di poter acquistare questi prodotti per la propria salute e la propria dignità. Questi sono beni primari non opzionali: ridurre l’aliquota significa non solo restituire riconoscere un diritto sociale, ma anche evitare rischi igienici sanitari”.

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