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Caso Pedri, ''In reparto clima di paura e asfissiante'', testimonianze shock delle colleghe. La madre: ''Le cose non andavano bene'', ancora ricerche a Santa Giustina
In Tribunale a Trento quest'oggi nuovo incidente probatorio chiesto dalla Procura di Trento sul caso Tateo con l'ascolto delle testimonianze di due professioniste. L'avvocato della famiglia Pedri: "Abbiamo avuto l'ennesima conferma di quanto in quella struttura ci fosse un gruppo ristretto di soggetti che gestiva con metodi non conformi quella che dovrebbe essere la gestione serena del personale"

TRENTO. La paura continua e le angherie professionali che non hanno mai dato tregua. Sarebbero questi alcuni dei punti confermati quest'oggi in Tribunale a Trento nel corso dell'udienza a porte chiuse in occasione dell'incidente probatorio nel procedimento per maltrattamenti a carico di Saverio Tateo, ex primario di ginecologia dell'ospedale di Trento e della sua assistente Liliana Mereu in merito al caso di Sara Pedri.
Come già fatto in precedenza entrambi i due professionisti si sono detti estranei alle accuse. Quest'oggi in aula sono state sentite due testimonianze molto importanti e che servono per capire quale fosse il clima nel quale la dottoressa Pedri viveva. Per la prima volta in aula anche i genitori della ginecologa.
“Oggi – ha spiegato il legale della famiglia Nicodemo Gentile – abbiamo avuto una conferma ulteriore di professionisti che descrivono, con ancora molta difficoltà emotiva nonostante tante cose siano cambiate in quel reparto, un clima davvero asfissiante e difficile a cui si doveva sottostare”. Un clima mortificante per molti operatori, per i medici, per gli infermieri e per le ostetriche che, spiega Gentile “subivano ripetutamente con aggressioni verbali molto spinte ed esasperate”.
Nel corso dell'udienza di oggi le testimonianze sentite dal giudice hanno descritto una Sara che è cambiata completamente dopo essere arrivata in Trentino. “Una ginecologa sua collega – continua l'avvocato – ha raccontato di come appena arrivata a Cles fosse allegra e vivace ma poi man mano si è assistito ad un suo declino diventando insicura, fragile dal punto di vista umano e professionale in un ambiente che lei stessa ha definito asfissiante”.
Un'udienza, ha spiegato ancora Nicodemo Gentile, “dalla quale arriva l'ennesima conferma di quanto in quella struttura ci fosse un gruppo ristretto di soggetti che gestiva con metodi non conformi quella che dovrebbe essere la gestione serena del personale. Non si parla di qualità del servizio o di capacità tecniche degli interessati ma di gestione delle risorse umane, capacità di equilibrio e di rispetto nei confronti dei lavoratori. Da questi punti di vista le testimonianze vanno tutte verso la stessa strada”. In aula, quest'oggi, c'era anche la madre di Sara Pedri, Mirella Santoni. “Anche con le testimonianze sentite oggi – ha spiegato – abbiamo saputo che le cose non andavano per nulla bene”.
La prossima udienza si terrà a metà di giugno e un quella occasione verranno ascoltate altre due professioniste.
LE RICERCHE
Non si sono mai fermate e stanno proseguendo anche in queste settimane le ricerche di Sara Pedri. Di lei non si sa più nulla da oltre un anno, dopo la scomparsa avvenuta il 4 marzo 2021 nei pressi del lago di Santa Giustina.
Ogni settimana, tempo permettendo, i vigili del fuoco di diversi corpi della Val di Non escono con i gommoni per delle verifiche.
Nel corso delle ultime settimane, come previsto, è diminuito il livello dell'acqua i corpi dei vigili si alternano nei controlli soprattutto nel fine settimana.
C'è l'impegno dei corpi di Cles, Tassullo, Taio, Romallo e Revò assieme alle forze dell'ordine. Fino ad oggi, però, non sono stati trovati nuovi elementi.