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Sentenza Tateo, l'Apss: "Il giudice conferma la correttezza formale e le contestazioni che attestano l'avvelenamento del clima di ostetricia e ginecologia dell'ospedale"

Negli scorsi giorni il tribunale ha stabilito che il licenziamento di Tateo è illegittimo. Dopo un iniziale no comment, l'intervento dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari

Di L.A. - 18 settembre 2023 - 18:20

TRENTO. "La sentenza accerta la correttezza formale dei procedimenti svolti dalla commissione interna, dall'ufficio procedimenti disciplinari e dal Comitato dei garanti". L'Azienda provinciale per i servizi sanitari interviene dopo che il tribunale ha stabilito che il dottor Saverio Tateo è stato licenziato in modo illegittimo l'8 novembre 2021 (Qui articolo). "Il giudice è convenuto nel merito su dieci contestazioni mosse da Apss nei suoi confronti che attestano l’avvelenamento del clima nell’Unità operativa di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Trento, imponendo approfondite considerazioni sulla compatibilità ambientale di un possibile ritorno del professionista alla direzione dell’Unità operativa".

 

Negli scorsi giorni è arrivata una sentenza pesante che ha travolto l'Apss, una vicenda estremamente delicata che non è stata gestita, secondo molti, nel migliori dei modi (Qui articolo). Il "caso Tateo" era esploso con la scomparsa della ginecologa Sara Pedri. Il suo licenziamento era arrivato a seguito di una indagine interna avviata dall'allora direttore generale Pier Paolo Benetollo e dopo il parere positivo del comitato dei garanti. A seguito di alcune testimonianze si era arrivati a ipotizzare per il medico il reato di maltrattamenti.

 

Una vicenda che aveva portato Benetollo a compiere un passo indietro rispetto alla direzione generale della struttura provinciale per il passaggio relativo al rinnovo di alcuni incarichi, tra cui quello dell'ex direttore dell’Unità operativa nella quale lavorava la giovane ginecologa. 

 

Accuse che il diretto interessato e i suoi avvocati hanno sempre respinto. “Ci siamo trovati – ha spiegato a il Dolomiti l'avvocato Vincenzo Ferrante - a dover fronteggiare 17 contestazioni e alcune di queste anche plurime”. Il giudice nel proprio dispositivo ha stabilito che Tateo deve essere reintegrato come direttore dell'unità operativa di ginecologia e ostetricia dell'Ospedale Santa Chiara. Accanto a questo gli dovranno essere pagate anche le retribuzioni che non ha ricevuto dal momento in cui l'Apss ha provveduto al suo licenziamento.

 

Dopo un iniziale no comment (Qui articolo), ora l'Azienda provinciale per i servizi sanitari interviene per prendere posizione. 

 

Letta la sentenza del Giudice del lavoro di Trento con la dovuta attenzione e ponderazione che la delicatezza del caso impone, Apss rileva che, nel merito, la sentenza accerta la correttezza formale dei procedimenti svolti dalla commissione interna e dall’ufficio procedimenti disciplinari di Apss nonché dal Comitato dei garanti.

 

La sentenza è molto articolata e conferma nel merito le contestazioni e i fatti principali addebitati al dottor Saverio Tateo in sede disciplinare da Apss. Il giudice ritiene però che, ai fini del licenziamento disciplinare per giusta causa, i fatti dovevano essere tempestivamente contestati al direttore di struttura complessa nel momento in cui la precedente Direzione aziendale ne era venuta a conoscenza e pertanto il licenziamento risulta tardivo rispetto ai fatti contestati e quindi non può essere considerato legittimo. Ma l’attuale direzione di Apss rileva che, quando ha avviato il procedimento disciplinare, non era a conoscenza che i fatti fossero stati già rappresentati alla direzione e all’Ordine dei medici della Provincia di Trento e, infatti, nulla di quanto emerge ora in sede giudiziale è presente negli atti depositati negli archivi aziendali.

 

Se è inoppugnabile che il Giudice abbia disposto la reintegra sul posto di lavoro del dottor Saverio Tateo, è altrettanto vero che ha convenuto nel merito su dieci contestazioni mosse da Apss nei suoi confronti che attestano l’avvelenamento del clima nell’Unità operativa di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Trento, imponendo approfondite considerazioni sulla compatibilità ambientale di un possibile ritorno del professionista alla direzione dell’Unità operativa. Tale incompatibilità non è evaporata, anzi, permane tutt’ora con caratteristiche più evidenti e forti, tali da farne elemento di attenta valutazione, in primis da parte della Direzione. Rimane inoltre attuale che il rapporto di fiducia tra la direzione di Apss e il professionista sia venuto meno.

 

Nell’esecuzione della sentenza si terrà conto della necessità di garantire continuità alle attività dell’Unità operativa di ginecologia e ostetricia dell’ospedale di Trento e al contempo di garantire serenità di lavoro a tutto il personale medico, infermieristico, ostetrico e di supporto che nell’Unità operativa opera quotidianamente con abnegazione e professionalità.

 

Infine, vista la delicatezza delle questioni e il numero delle persone coinvolte, anche per garantire la necessaria serenità a coloro che operano in un reparto di eccellenza che assiste ogni anno migliaia di donne e bambini con grande professionalità e umanità, si auspica che tutti coloro che stanno intervenendo sul caso operino con maggiore prudenza nelle proprie dichiarazioni.

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