Caso Pedri, l'avvocato di Tateo all'Apss: "Si dia esecuzione senza sotterfugi e senza invocare situazioni di incompatibilità ambientale"
Prosegue il botta e risposta tra Vincenzo Ferrante, l'avvocato del dottor Tateo, e l'Azienda provinciale per i servizi sanitari: "Il tribunale del lavoro ha accertato che il licenziamento è illegittimo, si dia corretta esecuzione alla sentenza"

TRENTO. "Il tribunale del lavoro ha accertato che il licenziamento, intimato dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari al dottor Tateo è illegittimo, lo ha quindi annullato". A ribadirlo è l'avvocato Vincenzo Ferrante. "E' stato ordinato all’Apss di reintegrare il ricorrente quale direttore dell’Unità operativa di ginecologia e ostetrica all’ospedale di Trento".
Negli scorsi giorni è arrivata una sentenza pesante che ha travolto l'Apss, una vicenda estremamente delicata che non è stata gestita, secondo molti, nel migliori dei modi (Qui articolo). Il "caso Tateo" era esploso con la scomparsa della ginecologa Sara Pedri. Il suo licenziamento era arrivato a seguito di una indagine interna avviata dall'allora direttore generale Pier Paolo Benetollo e dopo il parere positivo del comitato dei garanti. A seguito di alcune testimonianze si era arrivati a ipotizzare per il medico il reato di maltrattamenti.
Dopo un iniziale no comment (Qui articolo), successivamente l'Azienda provinciale per i servizi sanitari è intervenuta per specificare che "La sentenza accerta la correttezza formale dei procedimenti svolti dalla commissione interna, dall'ufficio procedimenti disciplinari e dal Comitato dei garanti. Il giudice è convenuto nel merito su dieci contestazioni mosse da Apss nei suoi confronti che attestano l’avvelenamento del clima nell’Unità operativa di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Trento, imponendo approfondite considerazioni sulla compatibilità ambientale di un possibile ritorno del professionista alla direzione dell’Unità operativa" (Qui articolo).
A stretto giro il commento del legale di Tateo. "Ogni sentenza - prosegue Ferrante - se vuole esaminare correttamente tutte le argomentazioni difensive offerte dalle parti, non può che contenere numerose considerazioni. Per evitare però il rischio di possibili contraddizioni, l’intero contenuto della sentenza è condensato nel suo 'dispositivo', che individua quanto il giudice ha accertato sia avvenuto e che contiene gli ordini che vengono eventualmente impartiti per rimediare alle illegittimità perpetrate. Per dare corretta esecuzione alla sentenza, dunque, non si deve far altro che guardare al dispositivo, perché è solo questo che ha rilevanza, una volta conclusosi il processo. Nel caso specifico con la sentenza del 14 settembre scorso".
Nella sentenza il giudice del lavoro ha ritenuto cinque addebiti generici; nove parzialmente generici; quattro parzialmente infondati nel merito; due afferenti parzialmente infondati nel merito; due addebiti afferenti per intero a fatti specifici, sussistenti e disciplinarmente rilevanti; otto afferenti parzialmente a fatti specifici, sussistenti e disciplinarmente rilevanti.
Dei dieci addebiti afferenti a fatti specifici, per il tribunale, otto sono stati contestati con modalità temporali difformi al principio di tempestività e non idonei per giustificare il licenziamento; gli altri due pur contestati tempestivamente, non sono idonei.
"A fronte di una pronuncia così puntuale - evidenzia l'avvocato Ferrante - appare inammissibile la pretesa dell’Azienda di non sentirsi vincolata alla condanna contenuta nel dispositivo, posto che né si può sovvertire il risultato del giudizio sulla base di elementi rimasti estranei alle domande in esso proposte, né si può accettare che, per il lavoratore, l’aver rivendicato i propri diritti, vedendoli poi riconosciuti dal giudice, possa costituire motivo perché l’Amministrazione pubblica dichiari che è venuta meno la propria 'fiducia' nel dipendente".
A ogni modo il licenziamento del dottor Saverio Tateo è stato dichiarato illegittimo e dovrà quindi essere reintegrato quale direttore dell'unità operativa di ginecologia e ostetricia dell'Ospedale Santa Chiara.
"Il rispetto per gli ordini impartiti dal Giudice impone, infatti, che alla sentenza si dia corretta esecuzione senza sotterfugi e senza invocare pretese situazioni di incompatibilità ambientale, di certo mai fatte oggetto di accertamento nel dispositivo della sentenza. Per il resto, c’è poco di cui andare fieri quando le circostanze poste a base del licenziamento siano state giudicate inconsistenti, insussistenti, e anche solo 'tardivamente' contestate, perché, in tale ultimo caso, ci si trova davanti a episodi lontani nel tempo e mai più ripetutisi, e così modesti da essere stati già ritenuti privi di ogni rilevanza disciplinare da parte dell’Azienda", conclude l'avvocato Ferrante.