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Donne vittime di violenza, via alle domande per l'assegno di autodeterminazione (da 400 euro mensili): ecco la procedura
Dal primo aprile si potrà richiedere la misura di sostegno rivolta alle donne vittime di violenza nei servizi sociali territoriali. Segnana: “L'assegno è una sorta di garanzia di indipendenza economica per le donne che intraprendono percorsi di fuoriuscita da relazioni violente”

TRENTO. A partire dal primo aprile sarà possibile presentare domanda per ricevere l'assegno di autodeterminazione, un contributo economico pari a 400 euro mensili per le donne vittime di violenza. La domanda dovrà essere presentata ad Apapi (l'Agenzia provinciale per l'assistenza e la previdenza integrativa) per tramite dei Servizi sociali delle comunità e dei Comuni di Trento e Rovereto e l'assegno (che sarà ridotto a 200 euro se la richiedente è ospite di una struttura socio-assistenziale che garantisce anche vitto e alloggio) sarà corrisposto per un periodo minimo di tre mesi e massimo di dodici mesi, sulla base di quanto previsto dal piano personalizzato d'intervento.
"Nelle scorse settimane – ha detto l'assessora alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia Stefania Segnana – come esecutivo avevamo approvato i criteri e le condizioni di accesso all’assegno di autodeterminazione, un nuovo intervento economico provinciale per sostenere l’autonomia delle donne vittime di violenza e in particolare per agevolare l’autonomia abitativa e il rafforzamento o il raggiungimento dell’autonomia personale”. Secondo l'assessora: “L’assegno è una sorta di garanzia di indipendenza economica, per le donne che intraprendono percorsi di fuoriuscita da relazioni violente, è infatti slegato dalla prestazione lavorativa, dalla cittadinanza e dalla situazione economico-patrimoniale”.
Possono accedere all’assegno, dice Piazza Dante : “Le donne vittime di violenza residenti in provincia di Trento al momento della presentazione della domanda. La condizione per accedere all'assegno è la presa in carico della donna vittima di violenza da parte dei servizi sociali territoriali, i quali tengono anche conto dei percorsi intrapresi presso i servizi antiviolenza accreditati. La presa in carico prevede un piano personalizzato di intervento al quale la donna deve aderire. Lo stato di vittima di violenza è verificato dal servizio sociale territoriale attraverso la verifica della sussistenza di almeno uno dei seguenti presupposti: aver sporto denuncia o querela e/o aver intrapreso un percorso di fuoriuscita dalla violenza presso il servizio sociale territoriale o il consultorio o il servizio di psicologia clinica dell'Azienda sanitaria o un ente del terzo settore appartenente alla filiera dei servizi antiviolenza”. La domanda di assegno è poi presentata all'Agenzia provinciale per l'assistenza e la previdenza integrativa attraverso i Servizi sociali territoriali. Le risorse utilizzate per finanziare questo intervento economico sono interamente provinciali.