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Legame tra la narrativa no-vax e quella filo-Putin, Puente a il Dolomiti: "Si va dal governo 'nazista' del Green pass alla 'de-nazificazione' dell'Ucraina"
Puente a il Dolomiti: “C'è un legame tra l'odio verso l'occidente 'nazista' che ha 'imposto' i vaccini alla popolazione e le figure di Putin e della Russia in generale, non a caso mai toccate negativamente all'interno della narrazione no-vax”

TRENTO. “Durante la pandemia la disinformazione anti-vaccino ha dipinto vari Paesi come 'nazisti' per la loro gestione dell'emergenza: si tratta della stessa narrativa avanzata da Putin per giustificare l'invasione dell'Ucraina, che il presidente russo dice appunto di voler 'de-nazificare'”. Insomma, dice a il Dolomiti David Puente, giornalista e responsabile del progetto di Fact-checking di Open online: “C'è un legame tra l'odio verso l'occidente 'nazista' che ha 'imposto' i vaccini alla popolazione e le figure di Putin e della Russia in generale, non a caso mai toccate negativamente all'interno della narrazione no-vax”. In sostanza, tra la narrativa di chi gridava (e grida tutt'oggi) al complotto dei 'poteri forti' per la gestione dell'emergenza Covid-19 e quella di chi dopo venti giorni di guerra difende il presidente russo e la sua invasione ci sarebbe un legame: lo stesso 'nemico' da combattere. E non è quindi un caso che diversi dei protagonisti della disinformazione nei due contesti siano gli stessi.
“Quando si costruisce un nemico è necessario mantenerlo – spiega infatti Puente – e qual è il nemico che è stato creato da no-pass e no-vax durante la pandemia? Innanzitutto le case produttrici di farmaci (Pfizer e Moderna in primis), ma i vari complotti hanno da sempre chiamato in causa i 'poteri forti', il 'nuovo ordine mondiale', di casa ovviamente negli Stati Uniti d'America. Quando mai Putin, la Russia o addirittura il vaccino russo Sputnik sono stati toccati da questa narrazione? Si tratta di un elemento importante che dovrebbe farci pensare: se il nemico che ti sei costruito è funzionale alla narrativa che proponi, ai tuoi adepti o comunque alle persone che ti seguono e magari ti finanziano con le donazioni, non puoi immediatamente cambiare rotta”. Non è possibile insomma schierarsi con il 'nemico giurato', con quegli stessi 'poteri forti' (rappresentati in buona parte dalla leadership democratica americana e dall'Unione europea) che oggi condannano fermamente le azioni di Putin e impongono sanzioni di una portata mai vista in precedenza alla Russia.
“In questo contesto – dice Puente – è preferibile mantenere la polarizzazione su un nemico scelto fin dall'inizio e grazie al quale negli anni precedenti sono stati raccolti numerosi frutti”. Facendo infatti un passo indietro, ben prima della pandemia, con il movimento Qanon negli Stati Uniti si è nel tempo solidificata la narrativa secondo la quale dietro al progetto per il 'nuovo ordine mondiale' ci sarebbero appunto i 'poteri forti', il 'deep state', rappresentati in massima parte negli Stati Uniti dai Democratici e dalla popolazione ebraica. “Per i complottisti sono queste le persone che in sostanza tengono in mano il mondo – continua Puente – e da qui è nata la fede in un Donald Trump 'salvatore'. Come detto, con l'arrivo del Covid-19 si è poi rafforzata la componente contraria alle restrizioni e ai vaccini, ma i riferimenti sono stati sempre gli stessi”.
Negli Stati Uniti in particolare, ha sottolineato pochi giorni fa al New York Times Emerson Brooking, del think thank americano Atlantic Council, per chi ha ceduto negli anni al fascino dell'uomo forte al comando: “Putin rappresenta la forza che Trump ha finto di avere. Per questi individui (i sostenitori di Putin negli States ndr) le azioni di Putin non sono una tragedia, sono una fantasia realizzata”. Durante le elezioni americane del 2016, aggiunge poi Puente: “L'eroe della narrativa complottistica, Trump, è stato accusato di legami proprio con Putin per le interferenze del Cremlino nel corso delle elezioni. Un'accusa che i suoi sostenitori hanno presto bollato come fake news e che ha portato i sostenitori di Qanon a dipingere il presidente russo come una sorta di 'strumento', utilizzato dai poteri forti per combattere l'arrivo dell'eroe, Trump, alla Casa Bianca. È normale quindi che in questo momento quegli stessi individui si trovino a sostenere Putin e la sua invasione, cavalcando come sempre fake news e complotti. L'aspetto tragicomico della vicenda sarebbe capire quanti di questi individui, tanto in America quanto in Europa, sarebbero disposti a vivere nella Russia di Putin. Ma si tratta, ovviamente, solo di una provocazione”.