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Stop all'obbligo vaccinale per i medici, Ferro: ''Chi torna al lavoro non deve mettere a rischio gli altri. Vedremo la normativa, situazione complicata che dovremo gestire''

Antonio Ferro che oltre ad essere direttore Apss è anche presidente della Società Italiana d'Igiene giudica positivo la proroga all'obbligo di utilizzo delle mascherine negli ospedali e nelle Rsa: "Non indossare la mascherina nei reparti di malattia infettiva degli ospedali, in oncologia, nei pronto soccorso o nelle residenze per gli anziani sarebbe un azzardo"

Di Giuseppe Fin - 31 October 2022 - 19:37

TRENTO. “Rimango in attesa di capire come sarà la normativa, la situazione non è semplice”. Usa queste parole Antonio Ferro, presidente della Società Italiana d’Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica e direttore dell'Apss per commentare la decisione da parte del Consiglio dei Ministri che porta lo stop a partire dal  primo di novembre all'obbligo vaccinale anti-Covid per medici e professioni sanitarie

 

Un tema discusso in queste settimane e che ha visto anche numerose polemiche. "L'obbligo vaccinale è scaduto lo scorso giugno e sopravviveva fino a dicembre per gli operatori sanitari. Noi abbiamo deciso di anticipare all'1 novembre la fine dell'obbligo e questo ci consente di recuperare 4 mila persone ora ferme in un sistema sotto-organico", ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri. 

 

Questa non è stata l'unica decisione. E' stato, infatti, anche prorogato l'obbligo di utilizzo delle mascherine negli ospedali e nelle Rsa

 

“Questa decisione – ha spiegato Ferro – è in linea con quello che la nostra società aveva richiesto”. Proprio nelle scorse ore, infatti, la Siti aveva messo nero su bianco che non indossare la mascherina nei reparti di malattia infettiva degli ospedali, in oncologia, nei pronto soccorso o nelle residenze per gli anziani sarebbe un azzardo

 

“Siamo in una fase in cui il virus circola ancora e far cadere l’obbligo della mascherina laddove sono presenti soggetti vulnerabili e fragili potrebbe essere rischioso” ha affermato Antonio Ferro.  Il direttore dell'Apss torna anche sul reintegro del personale sanitario no vax. “Ci dev’essere l’evidenza che chi torna al lavoro non metta a rischio gli altri” ha spiegato. 

 

“Siamo davanti ad una questione molto delicata – ha aggiunto a il Dolomiti – vedremo come sarà da un punto di vista applicativo. E' chiaro che viviamo in una situazione di difficoltà nei rapporti tra i due gruppi, quello degli operatori vaccinati e quelli non vaccinati, è dovranno essere gestiti”.

 

L'attesa, quindi è capire quale sarà la normativa e quali saranno le linee guida che arriveranno dal ministero. “Vediamo se saranno previste – conclude il dottor Antonio Ferro – delle misure di controllo. Poi dipenderà dal tipo di reparto e dalla situazione. E' chiaro che se un soggetto non vaccinato va a lavorare in un reparto come la rianimazione la situazione diventerebbe complicata”. 

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