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Autismo, in Trentino mancano strutture specializzate per l'età adulta. L'appello: "Rischio di un vuoto occupato dai privati. Servono risposte da Apss e Provincia"
La lettera di Giovanni Coletti, presidente della Fondazione trentina per l’Autismo: "Qualche passo avanti è stato fatto, ma ancora le istituzioni scaricano sulle famiglie una gestione che a volte crea grandissimi problemi all’interno della famiglia stessa, causando un terremoto di cui solo chi vive in questa situazione è consapevole"

TRENTO. "L'autismo è una sindrome che entra nelle famiglie con la forza di un uragano e normalmente la accompagna per tutta la vita in maniera più lieve, ma al contempo drammatica, in base al livello di gravità di ogni individuo". Inizia a partire da questa premessa, la lettera di Giovanni Coletti, presidente della Fondazione Trentina per l’Autismo, scritta in vista del 2 aprile, giornata mondiale dedicata a questa sindrome.
"Qualche passo avanti è stato fatto, ma ancora le istituzioni scaricano sulle famiglie una gestione che a volte crea grandissimi problemi all’interno della famiglia stessa, causando un terremoto di cui solo chi vive in questa situazione è consapevole - prosegue Coletti nel suo scritto -. Ci sono alcuni passaggi cruciali che sono ancora da riorganizzare o addirittura da fare nel sistema sia diagnostico e riabilitativo che nella gestione scolastica, ma in primis è ancora un salto nel buio il sistema post scolastico. Per non parlare di quello che è comunemente chiamato il “Dopo di noi”, che in realtà sarebbe da predisporre nel “durante noi”".
Il 2 aprile è la giornata mondiale sulla consapevolezza dell'autismo. In vista di tale giorno, Giovanni Coletti, ha così deciso di parlare di un tema del quale ad oggi si parla (e per il quale si fa) ancora troppo poco. Nella missiva il presidente della Fondazione precisa in particolare che “abbiamo investito inoltre in tecnologia con un sistema informatico di alto livello, ma non solo, anche in strumenti innovativi che permettono agli utenti una maggior qualità di vita, che si riflette poi anche sulle famiglie".
La creazione di “Casa Sebastiano” ha consentito negli anni di riunire e coinvolgere ragazzi e ragazze con autismo nelle più svariate iniziative e lavori, creando “una bellissima esperienza d’inclusione”. Esperienze possibili “con un’azienda agricola benefit dove collaborano con grande entusiasmo nella gestione e coltivazione di 25mila metri quadri di terreni con l’obiettivo di ottenere la certificazione Bio. E con l’azienda Artexan, che realizza oggettistica personalizzata, dal vestiario alla cartellonistica alle premiazioni. Un’altra attività è con il Birrificio 5+, dove il 'più' fa la differenza".
Ciononostante, in Trentino resta l’estrema urgenza del 'dopo di noi': "Non esistono strutture specializzate se non cooperative e associazioni che fanno o cercano di fare l’impossibile. Brave anzi complimenti, ma una struttura specialistica che imposti correttamente la vita delle persone autistiche adulte in territorio trentino non esiste", sottolinea ancora, sollecitando le istituzioni "a pensare al futuro: possiamo farlo insieme".
"Come ha recentemente dichiarato l’Ordine dei Medici, serve che le risposte sanitarie e sociali partano da una regia dell’azienda sanitaria e dalla definizione strategica dell’assessorato. Noi ne siamo convinti, altrimenti, come sta già accadendo, si lascia un vuoto che viene occupato dalle prestazioni privatistiche, ledendo i diritti, la dignità e la qualità di vita delle persone".
"La situazione in Trentino è drammatica, con una altrettanto drammatica ricaduta sulle famiglie a scapito di mamme, papà, fratelli e sorelle e anche nonni. Dove sarebbe necessario una visione verso il futuro per programmare e discutere con le parti coinvolte nulla viene fatto, le proposte si limitano a tentativi che prevedono personale di cura non formato. Viene da chiedere ai responsabili territoriali 'sapete cos’è l’autismo?', purtroppo la risposta appare evidente dalle proposte scandalose che vengono fatte ai genitori".
Il presidente della Fondazione conclude la propria lettera raccontando che, vista la situazione, "ci sono famiglie che hanno progettato e stanno costruendo delle strutture per il “dopo di noi”, auspichiamo che tutto questo venga osservato dalle istituzioni che, magari, vorranno saperne di più. Noi siamo fiduciosi come sempre".
"A tutti chiedo, non solo in occasione della Giornata sulla Consapevolezza dell’Autismo, un pensiero o un sorriso per queste ragazze e ragazzi. Dobbiamo lavorare ancora molto per un cambiamento culturale di accettazione e per questo vi ringrazio fortemente".