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Jj4 e Mj5, il Wwf dopo il no all'abbattimento del Tar: “Garantire il benessere psico-fisico dell'orsa. Negli ultimi anni gestione politica e demagogica dei plantigradi”

Il Wwf è intervenuto dopo la decisione del Tribunale amministrativo di Trento resa nota questa mattina: “La drammatica vicenda dell'uccisione di Andrea Papi da parte dell'orsa Jj4 nell'aprile scorso ha evidenziato chiare responsabilità. Garantire la sicurezza delle persone e diffondere una reale conoscenza dell'orso nelle aree di presenza di questa specie deve restare la priorità di tutti gli attori in gioco”

Di Filippo Schwachtje - 26 maggio 2023 - 16:07

TRENTO. Garantire un benessere psico-fisico per Jj4, rinchiusa da settimane nel centro faunistico del Casteller, in attesa della sentenza definitiva sul destino dell'orsa: è questo l'appello lanciato da Wwf Italia dopo la decisione del Tribunale amministrativo di Trento, che questa mattina ha sospeso l'uccisione dei plantigradi (Jj4 ed Mj5) che il presidente Fugatti aveva decretato di voler abbattere (Qui Articolo).

 

Come riportato, ora entro il 27 giugno le associazioni animaliste, con l'aiuto del ministero competente, dovranno strutturare dei piani di trasferimento degli animali completi e dettagliati mentre il 14 dicembre ci sarà l'udienza di merito del Tar. Oltre alla preoccupazione per lo stato di Jj4 però, il Wwf ribadisce poi “l'importanza di concentrare attenzioni ed energie nel trovare soluzioni reali e condivise per la coesistenza uomo-orso in Trentino, per evitare che queste situazioni possano ripetersi in futuro”.

 

Per l'associazione infatti “la drammatica vicenda dell'uccisione di Andrea Papi da parte dell'orsa Jj4 nell'aprile scorso ha evidenziato chiare responsabilità. Garantire la sicurezza delle persone e diffondere una reale conoscenza dell'orso nelle aree di presenza di questa specie deve restare la priorità di tutti gli attori in gioco. È doveroso per il Wwf Italia lavorare per ridurre al minimo le probabilità che episodi tragici di questo tipo si ripetano in futuro”.

 

Imperativo in questo contesto è affidarsi alla scienza: “Come abbiamo ribadito nelle settimane scorse – scrive Wwf Italia – anche con il nostro documento di proposte al Mase, la questione della gestione dell'orso in Trentino è estremamente complessa. È doveroso riaffidarci alla scienza, approccio purtroppo dimenticato negli ultimi anni, durante i quali l'orso è stato 'gestito' più sul piano politico e demagogico che non su quello tecnico-scientifico. Non si deve escludere a priori la possibilità di rimuovere esemplari che mostrano comportamenti potenzialmente pericolosi per l'incolumità pubblica, ma occorre ricordare che è aspetto prioritario prevenire simili situazioni”.

 

La gestione dell’orso, si legge ancora nella nota dell'associazione: “Richiede un impegno nazionale, e la costruzione della coesistenza tra l’uomo e il plantigrado non può discutersi solo nei tribunali, come accade da troppi anni. Le responsabilità da parte della Provincia di Trento sono evidenziabili anche approfondendo la lettura del Pacobace. Il Piano prevedeva infatti eventi di comunicazione ed educazione rivolti a residenti e turisti che in buona parte risultano inattuati. In questi anni nonostante il prevedibile aumento del numero di orsi, non si è lavorato per favorire l’espansione della popolazione in altre aree dell’arco alpino centro-orientale, come previsto inizialmente dal Progetto Life Ursus. E non si è lavorato in maniera efficace sulla prevenzione dell’insorgenza di comportamenti di abituazione e/o problematici negli orsi”.

 

Nel medio-lungo periodo, le uniche strade per migliorare la coesistenza uomo-orso (e per non dover più parlare di conservazione dell'orso, sicurezza delle persone e benessere animale nelle aule dei tribunali), conclude il Wwf: “Sono un efficace lavoro volto a migliorare la connettività ambientale a livello di areale alpino, l'incremento delle attività di prevenzione e comunicazione e il miglioramento delle opzioni gestionali dei singoli individui, basate su un principio di maggiore proporzionalità”.

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