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Presa dal cortile di casa e impiccata su un ponte, la tremenda fine della cagnolina Cindy: condannato l'autore a 2 anni e 4 mesi di reclusione
Una vicenda tremenda che è avvenuta tra la fine del 2018 e l'inizio del 2019 e che nelle scorse ore ha visto la condanna di un 53enne fratello del proprietario della cagnolina. Tutta la vicenda è iniziata a seguito di alcune beghe famigliari

ROVERETO. Barbaramente uccisa, legata ancora viva con una corda al collo fino a che non è morta impiccata. E' la fine drammatica che ha fatto la piccola cagnolina, una setter, di nome Cindy, sul ponte di Arlanch in Vallarsa.
Nelle scorse ore l'autore di questo tremendo gesto, un uomo di 53 anni, è stato condannato a due anni e 4 mesi di reclusione oltre al pagamento di 400 euro di multa e di 6 mila euro alle parti civili.
Una condanna che è arrivata grazie all'impegno messo nel caso dall'avvocata Francesca Giacomelli e l'Enpa che si è costituita parte civile assieme al proprietario dell'animale.
LA VICENDA
Quello che è successo nasce da una serie di continue beghe che hanno visto a partire dal 2018 protagonista una famiglia, in particolare due fratelli. Aggressioni, furti e tanto altro che vedevano come autore il 53enne condannato nei confronti del fratello che era proprietario della cagnolina.
La situazione raggiunge l'apice alla fine del 2018 quando il 53enne decide di sottrarre al fratello la povera cagnolina Cindy che non aveva alcuna colpa. Il 26 febbraio del 2019 è stato poi rinvenuta impiccata.
I sospetti erano ovviamente ricaduti sul fratello che già in passato si era reso protagonista di altri tipi di furti e danneggiamenti come motosega, cavi elettrici e scale da cantiere.
A confermare il furto e poi l'uccisione del povero animale sono state le indagini portate avanti dai carabinieri che hanno permesso di appurare, grazie anche alle immagini delle telecamere, il momento esatto in cui si è introdotto nel cortile di casa del fratello con il furgone, il momento in cui ha prelevato il cane e successivamente anche i transiti del mezzo.
L'uomo, secondo quanto ricostruito, avrebbe preso la cagnolina, le avrebbe legato attorno al collo una corda di plastica per poi farla morire impiccata. Un morte crudele con grandi sofferenze.
IL PROCESSO
Si tratta di un abbreviato e i vari procedimenti a carico del 53enne, derivanti dalle beghe con il fratello, furto telecamere, violenza privata, furto di animale e poi uccisione di animale, sono stati riuniti sotto un unico filone riguardando la stessa questione.
L'avvocata Giacomelli, in particolare, ha fatto valutare la possibilità, vista la gravità del fatto, di passare da una contestazione dell'articolo 638 del codice penale, chiesto dal Pm, a quella del reato previsto dall'articolo 544 bis per sottolineare da un lato la crudeltà dell'azione e dall'altro il fatto che l'animale viene considerato essere senziente. Anche il risarcimento dei danni, in questo modo, è stato modificato visto che viene considerato l'affezione nei confronti dell'animale.
La vicenda ha destato molto scalpore nella comunità. Nelle scorse ore è arrivata finalmente la condanna .