Con la "samba pazza" degli Azymuth il ritmo invade Sanbapolis
Parte giovedì la stagione di Jazz'About con un trio di enorme spessore che calca la scena da 40 anni proponendo la rivisitazione senza confini dell tradizione musicale brasiliana. Con "Jazz Carnival" - che fu sigla di Mixer in Italia, conquistarono le classifiche inglesi. Vantano collaborazioni eccellenti e suonano "per far contento chi ascolta". Nell'Aftershow un'altra chicca: arriva Dj Spinna che ebbe anche la benedizione sul palco di Stewie Wonder. (Occhio ai video di questo articolo)

TRENTO. Ricomincia il viaggio di Jazz’About alla ricerca delle declinazioni più aeree e comunicative del jazz e in generale della musica black. Il tutto sotto la chiave più raffinata possibile. Giovedì 19 ottobre si aprirà alle ore 21.00 al Teatro SanbàPolis di Trento l’edizione 2017/18 della rassegna promossa dal Centro Servizi Culturali S. Chiara e curata da Denis Longhi con degli ospiti d’eccezione
Saranno infatti protagonisti i brasiliani AZYMUTH, un gruppo attivo da oltre quarant’anni e ancora oggi campioni di una interpretazione molto particolare, coinvolgente e “colorata” del concetto di jazz. Con gli Azytmuth assoli ad alta qualità si innestano su un’architettura sonora dove ci sono la ricercatezza e “leggerezza” armonica della musica brasiliana e, in più d’una occasione, il “drive” ritmico proprio del funk.
In una carriera giocata costantemente ad alti livelli, hanno anche avuto modo di incidere delle hit notevoli (una per tutte, quella “Jazz Carnival” che nel nostro Paese è diventata famosa per essere stata la sigla del programma televisivo “Mixer”). Dal 1996 sono felicemente accasati presso la etichetta discografica londinese Far Out Recordings, specializzata nel curare il meglio della musica brasiliana degli ultimi decenni, facendola spesso interagire anche con i contesti legati alla club culture e con i più sofisticati producer di musica elettronica.
L'amore per gli Azymuth travalica confini e generazioni: una delle principali stelle dell’hip hop più alternativo, Madlib, è un grande ammiratore della band brasiliana e ha fortemente voluto incidere un album col percussionista del gruppo, Ivan Conti.
Normalmente in Brasile la samba è quasi matematica, dritta. La puoi suonare in quattro, oppure puoi allontanarti dal suo tracciato e suonarla in tre, cinque o sette. Questa è la caratteristica degli Azymuth, uscire dallo swing come se stessi aprendo una porta e ti facessi un giro in strada per poi tornare di nuovo indietro, senza mai perdere il tempo”, racconta Alex Malheiros, bassista degli Azymuth.
“È questo il nostro stile, che noi chiamiamo ‘Samba Doido’, cioè ‘samba pazza’. Una musica che mantiene come base il ritmo della samba per diventare poi più elaborata, suonata con strumenti che non sono quelli tradizionali”.
In ogni occasione gli Azymuth ricordano José Roberto Bertrami. Scomparso nel 2012 all’età di sessantasei anni, Bertrami era dei tre quello con la carriera da solista più intensa, che poteva contare collaborazioni con grandi personalità della musica brasiliana e internazionale come Elis Regina, Milton Nascimento, Sarah Vaughan, Toninho Horta, Vinícius de Moraes. Dietro le tastiere ora c’è Fernando Moraes, un suo fan e un suo studente che si avvicina molto al suo stile, grande amico degli altri due componenti della band.
Uno dei pezzi forti dei concerti degli Azymuth è Jazz Carnival, dal disco Light As A Feather. Il singolo rese il trio la prima band brasiliana a raggiungere la posizione più alta nelle classifiche della Gran Bretagna; l’album fu uno dei campioni d’incasso di quell’anno con oltre mezzo milione di copie vendute, restando nelle prime venti posizioni della Uk Chart per otto settimane, un enorme passo per la loro affermazione. (L'articolo segue dopo il video di Jazz Carnival)
“Jazz Carnival è un brano che suoniamo sempre volentieri. È un pezzo spontaneo, vero. L’unica intenzione alla base era: ‘facciamo un po’ di swing per fare felici le persone”, ricorda Conti. “Non siamo diventati ricchi con questa canzone, ma siamo comunque orgogliosi di aver reso qualcuno contento con la nostra musica”.
Anche l’etichetta che ha visto il ritorno della formazione originale degli Azymuth dopo l’abbandono di Bertrami nel 1988 è inglese. Il dj londinese Joe Davis, fondatore della Far Out Recordings è da sempre un grandissimo fan della band, e ha avuto un ruolo fondamentale nel suo rilancio scegliendola come uno dei primi gruppi da produrre, come lui stesso racconta: “Ogni membro degli Azymuth aveva una carriera individuale, ed essendo tutti musicisti di successo il loro lavoro era sempre richiesto, quindi per molti anni non avevano più avuto l’occasione per riunirsi. Quando li ho incontrati erano tornati da poco insieme, stavano già scrivendo un nuovo disco e avevano ricominciato a fare dei tour.
AFTERSHOW. Di alto livello anche il protagonista dell’ormai tradizionale aftershow, il dopo-concerto (a partire dalle ore 23 circa).. Il newyorkese Dj SPINNA ha mosso i primi passi nella cultura hip hop (collaborando anche con Eminem nei primi passi della sua carriera), ma ben presto il suo amore sconfinato per la musica black a trecentosessanta gradi lo ha portato a confrontarsi in ambiti molto diversi (negli anni ha avuto occasione di remixare artisti del calibro di De La Soul, Mary J. Blige, Stevie Wonder). (Ecco il video di Dj Spinna e Stevie Wonder- L'articolo segue dopo il video)
Da dj, la sua immensa conoscenza della materia riesce sempre a tradursi in set che uniscono la capacità di coinvolgere e trascinare con una grandissima ricerca filologica. Ogni disco scelto da Spinna non è mai scelto a caso, ma viene pescato dai contesti più raffinati e di spessore, di modo da raccontare una vera e propria “storia” della musica black urbana contemporanea, che non sia solo quella narrata dai media generalisti e dai brani in cima alle classifiche e alle rotazioni radiofoniche.