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''Interpretare significa tradire'': il convegno interdisciplinare di Conservatorio e Università
Tre giorni di lavori tra musica e filosofia con due concerti serali. Gli organizzatori: ''Un laboratorio di proposte di pensiero per il futuro''
TRENTO. "Non uno scambio dotto tra docenti", ma un vero e proprio laboratorio da cui nascano "proposte di pensiero per il futuro". Questo l'intento della seconda edizione del seminario sull'Interpretazione organizzato dal Conservatorio Bonporti assieme all'Università degli studi di Trento. "Interpretazione: reti di relazioni generate da un'opera d'arte. Tradurre, tradire, trasformare", questa la denominazione completa della tre giorni di lavori che si terrà dal 6 all'8 febbraio prossimi.
Organizzato a scavalco, il convegno vedrà distribuiti su diverse sedi anche gli interventi. In particolare ad ospitare i lavori saranno l'Aula magna del Conservatorio in via San Giovanni Bosco, la Sala musica del Dipartimento di lettere e filosofia di via Gar e la Sala della Filarmonica di via Verdi.
Responsabili scientifici del programma sono, per l'Università, il professor Marco Uvietta e la professoressa Margherita Anselmi per il Conservatorio.
"L'interpretazione è il baluardo dell'attività di un conservatorio - afferma quest'ultima - Ma una buona interpretazione è essenziale anche nel mondo: il concetto ha una valenza etica, strutturale, formativa".
L'appuntamento sull'interpretazione è il secondo dopo quello del 2018, un omaggio a Beethoven. Per questa edizione il focus è sul processo stesso, sulle modalità di traduzione del messaggio, sulla trasformazione dello stesso e sui tradimenti che (inevitabilmente, casualmente o volontariamente) avvengono nella comunicazione dello stesso.
"Interpretare - chiarisce la professoressa Anselmi - significa anche tradurre, trasformare, tradire. Il primo passaggio, quello della traduzione, è indispensabile per la musica, che, tra l'altro, si basa sul tradurre i segni in suoni. Interpretare non significa clonare il sapere trasmesso, insomma. Il tradimento, poi, è spesso insito nell'interpretazione. C'è un elemento di trasformazione che ne accompagna ogni atto interpretativo e creativo".
La docente di pianoforte parla poi degli obiettivi con cui viene organizzato il convegno che prevede anche momenti di ascolto di musica dal vivo: "I relatori interverranno a terne: vogliamo infatti che i concetti espressi non si fermino nel luogo dove verranno pronunciati. Vogliamo che siano proposte di pensiero per il futuro".
Da non perdere, il mercoledì e il giovedì a partire dalle 20.30 alla Filarmonica, i concerti serali del convegno. Il primo, quello del 6 febbraio, vedrà tra l'altro un'esecuzione del "Quatuor pour la fin du temps" di Olivier Messiaen proposta da Aldo Campagnari al violino, Lorenzo Guzzoni al clarinetto, Margherita Guarino al violoncello e Calogero Di Liberto al pianoforte. Sempre mercoledì sera è prevista l'esecuzione dei brani dei compositori Marco Uvietta e Massimo Priori.
Il giovedì sera il programma prevede, tra l'altro, un'interpretazione del "Trio op. 17" di Clara Wieck-Schumann, della "Suite Algerienne op. 60" di Camille Saint-Saens. Per maggiori dettagli su interventi e concerti si rimanda al programma ufficiale.