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Lucrezio tra ricerca e musica: che lezione
Inizia domani, mercoledì 19, a Sanbapolis la nuova e attesa edizione del "Teatro della meraviglia" dove la scienza parla anche attraverso le arti per divulgare dati finalmente veri e scuotere le coscienze. La proposta di Arditodesio, Portland e Università si annuncia anche quest'anno ricca di stimoli e di curiosità alternando incontri inediti e spettacoli a tema. Si inizia con il professor Gaburro e il musicista Merlin. Domani la verve comica dei Papu

TRENTO. Al via domani, mercoledì 19 febbraio la quarta edizione del Festival Teatro della Meraviglia ideato ed organizzato dall’Università degli Studi di Trento, la compagnia Arditodesìo, l’Opera Universitaria ed il Teatro Portland che vede la direzione artistica di Andrea Brunello e del Professor Stefano Oss. Saranno otto le serate di programmazione che vedranno alternarsi sul palcoscenico attori e compagnie teatrali che presenteranno al pubblico spettacoli che affronteranno sia tematiche scientifiche che biografie di personalità illustri che hanno fatto della scienza la loro vita ma, non solo questo però, perché a confrontarsi con il palcoscenico del Sanbàpolis ci saranno anche ricercatori e professori universitari che, insieme ad artisti quali attori, musicisti e video maker hanno scelto di costruire e dar vita a delle lezioni spettacolo che costituiscono la proposta più rappresentativa ed identitaria del Festival, le Augmented Lecture.
Delle vere e proprie “lezioni aumentate”, dove i contenuti e gli approfondimenti proposti sono amplificati e valorizzati dalla vicinanza di un artista che, attraverso la propria arte avrà la funzione di mediatore tra pubblico e ricercatore. Obiettivo ultimo di queste proposte è proprio quello di aggiungere una dimensione emozionale al contenuto scientifico, oltre a rafforzare la collaborazione instaurata tra i ricercatori ed i professori dell’Università di Trento e Andrea Brunello, direttore del Teatro Portland, che supervisiona la regia delle lezioni spettacolo. In totale saranno sei le “Augmented Lecture” e verranno proposte in 3 serate di spettacolo.
Domani alle 20.30 romperanno il ghiaccio il professore del Dipartimento di Fisica Zeno Gaburro, ed il musicista e compositore Enrico Merlin, insieme racconteranno di “Meraviglia, Lucrezio e noi”, un viaggio da Lucrezio ai giorni nostri per capire come una mente brillante e curiosa può avvicinarsi al mondo e catturarne la bellezza, raccontandola attraverso il linguaggio della scienza, ma anche attraverso la poesia e la musica.
A l termine della prima Aumented Lecture si impossesseranno del palcoscenico Rocco Scolozzi del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale e l’attore Giulio Federico Janni per “I futuri sono nostri e ce li coltiviamo noi” dedicata ai moderni future studies, la futurologia che cerca di poter analizzare e immaginare i futuri possibili a livello, sociale, economico e politico. Come segnalato della presentazione di questa lezione “il tempo passa e il futuro arriva, che lo vogliamo o no. E se non vogliamo essere spiazzati dagli eventi dobbiamo imparare a prepararci con le giuste strategie”.

Il giorno seguente, giovedì 21 febbraio alle 20.30, andrà in scena IncoScienza spettacolo teatrale scritto da Carlo Costantino, professore di fisica del liceo scientifico di Pordenone, è interpretato dal duo comico I Papu, Ramiro Besa e Andrea Appi. In questo spettacolo i Papu ci invitano ad avvicinarci alla scienza con fiducia, divertendoci e spiazzandoci mentre toccano temi come il ruolo della scienza, le leggi naturali, la relazione micro-macro e la meccanica quantistica.
IncoScienza si configura come uno strumento di stimolo e uno spunto di riflessione per il pubblico circa il ruolo svolto dalla Scienza nella società contemporanea.
Inaugurerà il 19 febbraio la mostra La mostra “Estetica del Codice: Programmatori dell’Arte” che sarà allestita per tutta la durata del Festival nel foyer del Teatro Sanbàpolis con opere di Arte procedurale, curate dai programmatori-artisti dell’Istituto Tecnico “Guglielmo Marconi” di Verona. Dove lo strumento per creare arte non è il pennello ma il computer e la tela è il codice informatico, là si aprono nuove vie per esplorare l’unione tra arte e scienza.