Eden: il paradiso naturale in vitro diventa opera d’arte con una mostra alla galleria Contempo
Eden, la performance sull’antropocene promossa dall’artista Stefano Cagol e dal Muse in seno alla piattaforma We Are The Flood, esce dal museo per farsi opera completa. Sabato 30 settembre alla galleria d’arte Contempo di Pergine sarà inaugurata una mostra dedicata al documentario di Leonardo Panizza e alle fotografie di Monica Smaniotto, che riassumono le 24 ore trascorse da Boccardi all’interno della serra del Muse

PERGINE. In occasione del decimo anniversario dalla fondazione del Muse, sotto l’egida di We Are The Flood, piattaforma dedicata alla comunicazione artistico-scientifica sull’antropocene, tre giovani artisti si sono misurati con la sfida di ricreare, attraverso la performance Eden, le condizioni ideali per una relazione autentica tra uomo e natura. Il risultato prodotto dall’esperienza residenziale all’interno della serra tropicale del Muse, e derivante dalle interazioni con i visitatori, è l’omonimo documentario ‘Eden’ a firma del regista Leonardo Panizza, e una collezione di scatti da parte della fotografa Monica Smaniotto, che con il performer Boccardi hanno condiviso la lunga permanenza all’interno del perimetro vetrato.
Il documentario, la cui première è andata in scena all’interno della rassegna ‘Eden e Altri Documenti’ l’11 settembre scorso a Castel Belasi di Campodenno, strizza l’occhio alla video-art rievocando l’atmosfera di quelle ventiquattr’ore concitate a cavallo tra indagine e stupore. La telecamera di Panizza riassume così l’impatto del flusso continuo di visitatori - oltre 10.000 persone nella sola giornata del 22 luglio scorso - attraverso provocazioni audiovisive e facendo emergere le sensazioni provate e le riflessioni condivise dagli intervistati sul tema dell’antropocene.
Lungo la serata di sabato 30 settembre, in occasione dell’inaugurazione della mostra organizzata dalla galleria Contempo di Pergine, il documentario verrà esposto congiuntamente agli scatti di Monica Smaniotto, la fotografa che ha accompagnato Panizza e Boccardi durante l’esperienza. Si tratta della prima volta in cui viene restituito alla popolazione il corpus integrale dell'esperienza. Di fatto, viene sancito il momento che battezza come opera completa la performance Eden. La mostra, a cura dell’artista Stefano Cagol, prevede l’esposizione del video, degli scatti fotografici che hanno documentato la performance, e dell’installazione luminosa recante il suo titolo. Per l’appunto, Eden. La scritta al neon, nella sua veste rosa shocking, gioca sulla contrapposizione tra artificio e mondo naturale. La violenza dell’impatto visivo richiama gli effetti dell’antropocene, il rumore della presenza umana se confrontata con l’ambiente naturale.
Per il curatore una delle principali chiavi di lettura dell’opera è l’ironia. “Eden è una scritta luminosa, che potrebbe sembrare l’insegna di un locale notturno - commenta Cagol - e invece è posta di fronte alla serra del Muse, un pezzo di foresta tanzaniana. La serra vorrebbe essere un ambiente ideale, puro e verginale, ci appare come la rappresentazione di un nuovo Eden, ma si concretizza di fatto in una bolla estremamente artificiale, che c'interroga sui nostri possibili futuri".
Il lavoro di Panizza, emerso con il documentario PrimAscesa, si contraddistingue per affrontare con ironia tematiche serie e impellenti come quelle legate all’ecologia e all’antropocene. “Questa nuova opera video - sostiene Cagol - rappresenta un altro passo importante nella produzione di Panizza, che ha trovato nuova linfa creativa grazie all’incontro con gli altri due artisti, Boccardi e Smaniotto. Personalmente - conclude Cagol - lo interpreto come uno dei frutti nati dalla contaminazione artistica generata in seno a We Are The Flood”.
La mostra rappresenta inoltre un’occasione di dialogo tra diversi media artistici sul tema dell’antropocene. Oltre alle gallerie d’arte, tra le prospettive future del progetto, c’è quella di esportarlo in altre strutture museali simili, dove adattare la performance e stimolare nuove riflessioni al riguardo. L’idea è quella di riprodurre un format seguendo la linea tracciata inizialmente da Eden, attraverso nuove performance site-specific e la mappatura foto e video della partecipazione da parte del pubblico. Last but not least, il progetto è attualmente iscritto come candidato alla selezione per l'ambito riconoscimento veneziano nell’ambito dell’arte contemporanea ‘Arte Laguna Prize’.
Per Dora Bulart, gallerista di Contempo, ospitare Eden è una conferma del lavoro portato avanti negli anni. “Il progetto - continua la gallerista - grazie alla sua capacità di entrare in dialogo con il pubblico attraverso un linguaggio accessibile riesce a parlare di temi importanti. È un enorme piacere entrare in contatto con giovani così capaci”. Bulart si è distinta infatti per la sua attenzione ai giovani artisti locali concretizzata attraverso attività dedicate che come obiettivo si pongono la valorizzazione della giovane arte trentina. Non ultimo, Bulart ha seguito in prima persona l’iniziativa PAG Pergine Arte Giovane.
Presente all’interno degli spazi della galleria Contempo dalle 20:00 del 30 settembre fino alle 19:00 del 5 ottobre, la mostra è visitabile dal martedì al venerdì dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 16:00 alle 19:00. Nelle giornate di domenica e lunedì è possibile invece prenotare un appuntamento.