Immagini forti e di grande impatto a 60 anni dal disastro, la mostra fotografica "Il Vajont nella memoria"
La mostra di fotografie "Il Vajont nella memoria" vuole far conoscere e far ricordare quanto avvenuto nella terribile notte del 9 ottobre 1963. L'iniziativa arricchita dalle poesie di Susi Gregoris, Amelia Savi e Italo Rualta, lette da Maria Tramontin e Italo Pierobon

LONGARONE. Immagini forti, di grande impatto. Immagini, però, necessarie. Come necessario è capire e conoscere quanto avvenuto nella terribile notte del 9 ottobre 1963. Immagini destinate a dare vita alla mostra di fotografie “Il Vajont nella memoria”, un'esposizione che verrà inaugurata giovedì 5 ottobre (ore 18.30), negli spazi "Arte Bene Comune" nella sala consiliare del municipio di Ponte nelle Alpi.
Dopo i saluti istituzionali, Agostino Sacchet esporrà l’importante lavoro di ricerca. A nobilitare il momento nella sede municipale contribuiranno pure le poesie di Susi Gregoris, Amelia Savi e Italo Rualta, lette da Maria Tramontin e Italo Pierobon. La mostra potrà essere visitata fino al 25 novembre, negli orari di apertura del municipio di Cadola.
Allargando l'orizzonte, la collettività intende essere parte attiva nelle celebrazioni del 60esimo anniversario del disastro: oltre a essere uno fra i “Comuni della Memoria”, Ponte nelle Alpi ha dato un contributo di rilievo nelle operazioni di soccorso attraverso i suoi volontari. In più, il già sindaco Giovanni Bortot si impegnò, anche come deputato in parlamento, per riconoscere le cause della catastrofe, accompagnando i sopravvissuti e le loro famiglie al processo che si tenne a L’Aquila.
E nel 1966, una delibera del Consiglio comunale di Longarone rese merito alla comunità pontalpina per gli aiuti e il sostegno. Il piazzale dello stadio, inoltre, si intitola “22.39”: l’ora esatta della tragedia. A conferma dei tanti, preziosi tasselli, utili a formare nella maniera più nitida e precisa il mosaico della memoria.