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Agricoltura, 'Donne in Campo': "Servono nuove modalità di finanziamento per aiutare i giovani"
Per la presidente dell'associazione, Mara Baldo: "Si potrebbe pensare ad aiuti economici graduali che permettessero ai giovani di portare avanti la propria azienda un po' alla volta". Ad oggi circa il 5% dei giovani che avviano un'azienda agricola dopo pochi anni abbandonato il progetto.

TRENTO. “C'è la necessità di ripensare le modalità attraverso le quali la nostra Provincia finanzia i giovani che oggi decidono di entrare nel settore agricolo. Sono soldi importanti ma gli effetti purtroppo sono spesso di poca durata”. Mara Baldo, presidente di Donne in Campo del Trentino non ha dubbi: se da un lato oggi le disponibilità finanziarie messe in campo non sono mai abbastanza, dall'altro potrebbero essere utilizzate in maniera migliore.
Il nodo del problema sono i finanziamenti che la Provincia decide di dare, ovviamente attraverso la partecipazione di un bando, ai giovani che con entusiasmo si avvicinano al mondo dell'agricoltura. Da qualche giorno la Pat ha comunicato l'intenzione di stanziare 1,3 milioni di euro di nuove risorse (da aggiungere all'1,5 milioni di euro già stanziate per il 2017) per rimpinguare il fondo necessario al bando "Giovani agricoltori", creato ad hoc per favorire i giovani nell'ingresso nel settore agricolo.
Le intenzioni sono senz'altro lodevoli perché queste risorse consentono a giovani preparati ad apportare nuova linfa vitale. Purtroppo, però, non è abbastanza. I soldi di avviamento di una attività ad un certo punto finiscono e la percentuale di abbandono è consistente.
“Molti finanziamenti provengono dall'Europa – ci spiega Mara Baldo a margine del convegno 'La forza femminile tra la terra e l'agricoltura trentina ieri, oggi e domani' – ma ritengo che non vada bene il modo con il quale vengono dati. Teniamo a mente che oggi i soldi sono sempre pochi ma un tempo per aiutare il settore agricolo si pensava a potenziare i mutui agevolati o a aiutare nell'acquisto di macchinari. Oggi non è più così. Vengono dati i finanziamenti per l'avvio dell'attività ma poi quando finiscono i giovani purtroppo fanno fatica ad andare avanti”.
Gli aiuti che vengono dati dalla Provincia per l'acquisto di attrezzature e macchinari , ci spiegano gli agricoltori, “sono pochi e spesso bloccati dalla tanta burocrazia per non parlare poi delle lunghe liste d'attesa”.
“Noi abbiamo ragazze di 25 – 30 anni – spiega la presidente di Donne in Campo – che decidono di diventare imprenditrici agricole e tutte sono molto preparate. E' un lavoro che non si può improvvisare e che deve fare i conti anche con il mercato fondamentale per andare avanti. Per aiutare questi giovani la Provincia potrebbe pensare di puntare a finanziamenti graduali dati magari con il raggiungimento di alcuni obiettivi”.
L'associazione Donne in Campo quest'anno festeggia il decimo anno di attività e conta circa 50 socie imprenditrici nel settore agricolo. Dal 2007, anno di costituzione dell'associazione, le donne impegnate in questo settore sono aumentate ed oggi, pur con imprese di piccole o medie dimensioni, rappresentano un valore importante per tutto il territorio.
“Sta aumentando moltissimo l'interesse per le fattorie didattiche – ci spiega la presidente Mara Baldo – e per gli agriturismi. Se un tempo la donna pur lavorando in agricoltura era invisibile oggi, finalmente è diventata protagonista”.