Al Muse mancano i soldi per pagare sette dipendenti, a rischio licenziamento. La Provincia pronta a intervenire, ottimisti i sindacati
La preoccupazione è serpeggiata per settimane e in queste ore si stanno susseguendo incontri con i rappresentanti dei lavoratori

TRENTO. Dal bilancio del Muse mancherebbero quasi 200 mila euro, i soldi necessari per garantire gli stipendi a 7 dipendenti, che se non si trovasse una soluzione rischierebbero di rimanere a casa. Si tratta di lavoratori con contratti di collaborazione, addetti alla sorveglianza delle sale e all'accompagnamento delle scolaresche all'interno del museo.
La preoccupazione è serpeggiata per settimane e in queste ore si stanno susseguendo incontri con i rappresentanti dei lavoratori. Sembra che ci siano spiragli per una soluzione, ora che la Provincia di Trento si è resa disponibile per il reperimenti di risorse aggiuntive tali da far scongiurare la diminuzione dell'organico.
Oltre al taglio di sette posizioni, il timore è l'aumento considerevole del carico di lavoro sui restanti collaboratori. Ma come detto, in queste ore sembra che ci sia un lieve ottimismo e nel giro di qualche giorno dovrebbero arrivare risposte concrete, come un'iniezione di risorse per garantire la continuità del servizio fino all'appalto europeo con la cooperativa che dovrà subentrare nella gestione del personale.
Infatti, sembra che sia stato un errore sui tempi ad aver determinato il 'buco'. L'amministrazione del museo credeva di riuscire a concludere le procedure di appalto in tempi più rapidi, ma lungaggini burocratiche hanno impedito di rispettare i tempi programmati.
Questo avrebbe portato a 'finire i soldi' destinati agli stipendi anzitempo, ed è necessario correre ai ripari, pena la cessazione dei contratti di lavoro con sette dipendenti.
Sulla questione ecco quanto comunica il Muse:
Nel momento di predisposizione del bilancio di previsione 2018 si è tenuto conto di una previsione di entrata e di spesa in continuità e analogia con l’anno 2017 con uno stesso ammontare complessivo anche per le figure delle guide educatrici (pilot e coach nel linguaggio del Muse). Nel corso di questi primi mesi del 2018 tuttavia è stato necessario affrontare prudenzialmente e in anticipo una forte criticità relativamente al rispetto delle direttive provinciali relative ai limiti di spesa per i contratti di collaborazione.
Per via di ritardi attesi sull’espletamento delle procedure concorsuali in carico alla Provincia per quanto attiene all’appalto che permetterà l’assunzione a tempo indeterminato di tutto il personale a contratto attualmente attivo presso il Museo, prudenzialmente si è inteso ricondurre alcune note di contenimento delle ore erogate proprio per non saturare in anticipo il limite di spesa imposto dalle stesse direttive provinciali.
In questo contesto di necessario contenimento e in un periodo quale quello di aprile e maggio nel quale le presenze infrasettimanali sono prevalentemente quelle scolastiche, si è voluto confermare la figura del pilot quale figura di interazione tra scuole e contesto espositivo andando ad intervenire, necessariamente a titolo di verifica di sostenibilità, con una diminuzione del numero di pilot dedicati all’assistenza dei visitatori autonomi. In questo periodo, con prevalente presenza durante la settimana delle scuole e proprio per il numero elevato di pilot in attività negli spazi espositivi, è possibile assolvere agli obblighi non derogabili in materia di sicurezza mediante l’attribuzione della funzione di addetto antincendio ai coach presenti, indipendentemente dal fatto che essi siano responsabili di gruppi o in attività libera. Il Servizio Prevenzione e protezione del Muse ha validato la conformità agli standard di sicurezza di tale nuovo assetto.
Si fa presente infine che l’argomento in discussione riguarda la rimodulazione dei turni e non l’ammontare delle ore previste per i singoli contratti.
Si osserva pertanto che le notizie riportare relativamente al rischio di licenziamento di sette dipendenti (collaboratori in verità), è privo di alcun fondamento