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Il Coordinamento del Progettone attacca i sindacati confederali: "Un risultato elettorale che evidenzia la loro distanza dai lavoratori"
La tensione tra il Coordinamento lavoratori del Progettone e la Cgil che risale ai tempi del rinnovo del contratto di categoria: ritenuto peggiorativo. Daniela Gualazzi: "Adesso fanno mea culpa, ma continuano a sostenere politiche sociali sbagliate: ci prendono in giro doppiamente"

TRENTO. "In queste settimane di post elezioni stiamo assistendo a numerose analisi dei risultati: chi punta il dito, chi sottovaluta il popolo italiano, chi fa un mea culpa di facciata. Anche in Provincia di Trento il voto espresso dai cittadini ha destabilizzato la classe politica locale con tutti i suoi satelliti", queste le parole di Daniela Gualazzi, presidente del Coordinamento lavoratori del Progettone.
Dopo l'ultima chiamata alle urne, il centrosinistra si è trovato costretto a incassare un cappotto. "Una sconfitta - commenta la presidente - forse non prevedibile: solitamente il voto in Regione resta fedele ai vari personaggi politici, ma anche qui i cittadini hanno espresso il loro dissenso per gli atteggiamenti arroganti, allineati a quelli nazionali, di certi rappresentanti".
Questi però non sarebbero gli unici motivi alla base della netta affermazione del centrodestra. "La classe dirigente paga - evidenzia Gualazzi - una politica sociale che toglie diritti e impoverisce le fasce più deboli".
E nel mirino finisce anche la Cgil del Trentino. "In questo scenario di disfatta elettorale - dice il Progettone - si inseriscono anche le dichiarazioni di Franco Ianeselli, cioè quello di non aver ascoltato abbastanza i lavoratori. Se sei un sindacalista è però un dovere quello di ascoltare e dare voce ai lavoratori, sempre e comunque, ma forse è già più interessato a fare il politico e seguire le tendenze locali, nazionali e europee: arroganza compresa".
Tensione tra il Coordinamento lavoratori del Progettone e la Cgil che risale ai tempi del rinnovo del contratto di categoria: ritenuto peggiorativo. "I tre sindacati confederali - aggiunge la presidente - hanno difeso le posizioni della Cooperazione e della politica provinciale: hanno favorito l’abbassamento delle retribuzioni e la limitazione di alcuni diritti fondamentali a quella fascia di lavoratori già debole per l’età avanzata e per le vicissitudini lavorative".
Una situazione ancora sul tavolo. "Ancora - conclude Gualazzi - i sindacati sostengono le politiche di ricollocamento che impoveriscono sempre più persone già messe alla prova. Appoggiano Provincia e Cooperative, che usano i lavoratori come delle pedine: offrono un lavoro per qualche mese per poi rimetterli in disoccupazione con un’indennità irrisoria, costringendoli a una vita di miseria o a ricorrere al lavoro nero. Il segretario della Cgil, che a suo tempo non ha ascoltato le numerose proteste dei lavoratori, ora fa mea culpa, ma questo è un atteggiamento non è credibile che prende ulteriormente in giro i lavoratori del Progettone."