''Rivoluzione Aldi'', il supermercato resta aperto anche a Pasqua. La Filcams: "Si peggiora sempre di più la vita dei lavoratori inseguendo il profitto"
Dalpalù (Sait): "Se rimane aperto un punto vendita di un gruppo poi tutti gli altri dovranno adeguarsi. Invece anche sulle domeniche bisognerebbe decidere di stare tutti chiusi o stabilire una turnazione, come le farmacie"

TRENTO. Aperti anche a Pasqua: dalle 8.30 alle 20, no stop. Quest la decisione della catena Aldi che non chiuderà i suoi punti vendita nemmeno la domenica di Pasqua e il lunedì di Pasquetta con ciò che ne consegue per i dipendenti. Una decisione che non è piaciuta ai sindacati e nemmeno al presidente del Sait Renato Dalpalù che ricorda che "se rimane aperto un punto vendita di un gruppo" giocoforza, in breve tempo, "tutti gli altri dovranno adeguarsi". Eppure Aldi va avanti per la sua strada seguendo le logiche di mercato e andando a rompere una sorta di pax augustea che garantiva ai dipendenti almeno la certezza di stare a casa a Natale e Pasqua.
Oggi non è più così e le prime conseguenze già si palesano visto che il Millenium Center di Rovereto, che negli scorsi anni non apriva nei giorni di più strette festività, lunedì non chiuderà i battenti per una Pasquetta, per i dipendenti, da passare tra scaffali e banconi. "Di anno in anno aumentano le aperture nei giorni festivi - spiega Roland Caramelle della Filcams Cgil del Trentino - con l’introduzione del decreto Monti gli esercizi commerciali possono fare quello che vogliono, aprire 7 giorni su 7, 24 ore su 24. E le aziende ragionano solamente in termini di fatturato e profitto. Alcune per attirare e aumentare la clientela creano delle offerte specifiche per i loro acquirenti proprio per le giornate festive".
"Va cambiata la legislazione nazionale", aggiunge Caramelle che ne anche per il Sait e quel Dalpalù che, a malincuore, ci ha spiegato che "sulle domeniche aperte bisognerebbe fare fronte comune e rimanere tutti chiusi. Se apre il punto vendita di un gruppo, tutti gli altri, poi, devono adeguarsi" .
"Dalpalù dice bene - spiega Caramelle - ma intanto si sta omologando alle grosse catene di distribuzione alimentare, e aprirà 20 punti vendita nel giorno di Pasquetta. In questo modo viene meno la specificità del mondo della cooperazione dalla quale fa parte il Sait". Una questione di diritti sociali, dunque, anche se dall'altro lato è lo stesso Dalaplù a spiegare che "attualmente la domenica è il secondo giorno con il fatturato più alto, ma la somma del fatturato non cambierebbe se la domenica tenessimo i negozi chiusi. Le persone, infatti, si organizzerebbero acquistando in altri giorni della settimana. Per le emergenze si potrebbe creare un self service come per i distributori di carburante o adottare un sistema di turnazione come fanno le farmacie".
I sindacati da parte loro, restano fermamente sul no. "In primis - dice Caramelle - le piccole aziende sono destinate al fallimento perché non riescono a tenere il passo con i grandi colossi della distribuzione, l’occupazione nel mondo del commercio è sempre più precaria, le condizioni retributive peggiorano. Inoltre pare esserci una corsa a far vivere sempre peggio i lavoratori che non riescono più a conciliare la vita privata a quella lavorativa". "L’assessore Olivi - dice ancora il rappresentate della Filcams - dovrebbe far prendere una decisione al consiglio provinciale, in materia, per tutelare i lavoratori".
Per il momento l’unica cosa certa è che la distribuzione alimentare a Trento, nel lunedì di Pasquetta sarà così organizzata: Aldi aperto per tutta la giornata, seguito dal gruppo Poli che terrà aperto l’iperPoli e il Poli Regina in via Fermi, a seguire poi i 20 punti vendita gestiti dal Sait che rimarranno aperti fino alle 13.