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Tariffe autostradali, Cna Fita: ''Stop agli aumenti''. In A22 il costo dei pedaggi cresce dell'1.67%
Nel mirino di Cna anche l’Autobrennero

TRENTO. “Stop agli aumenti autostradali”, a chiederlo sono gli autotrasportatori di Cna che puntano il dito anche sull'Autobrennero. “Chiediamo al Governo di revocare immediatamente gli aumenti delle tariffe autostradali riconosciuti ai concessionari come ogni inizio d’ anno”. Anche l’Autobrennero, infatti, ha avuto il benestare per un aumento dei pedaggi dell’1,67%.
“Il mondo dell’autotrasporto sembra avere una sola certezza – prosegue Piero Cavallaro, referente della CNA Fita per il Trentino Alto Adige – il primo gennaio, inesorabilmente, arrivano gli incrementi dei pedaggi a fronte di miglioramenti della qualità del servizio solo presunti. Non sono riscontrati dagli utenti, infatti, e in particolare dalle associazioni degli autotrasportatori professionali, cui non è riconosciuta voce in capitolo, autentici figli di un dio minore che devono solo pagare e tacere. Eppure, nei costi di un’azienda di autotrasporto di merci per conto terzi, i pedaggi autostradali, con un impatto di circa il 10 per cento, rappresentano la terza voce di costo dopo personale e carburante. Un vettore che esegue trasporti di linea nazionali effettua oltre il 70 per cento della sua percorrenza annua su autostrade a pedaggio”.
Per i rappresentanti di Cna – Fita occore aggiornare il meccanismo di adeguamento annuale delle tariffe. “E' in vigore dal 2007 – spiegano - per tenere conto in maniera più appropriata della qualità del servizio reso dai concessionari. Continuiamo a registrare, infatti, l’inadeguatezza della rete autostradale italiana. La dimostrano la velocità media, tra le più basse d’Europa, i disagi che si ripercuotono sugli utenti a ogni precipitazione nevosa, la mancanza di aree di sosta e di servizi di assistenza appropriati, la cattiva manutenzione delle strutture e del manto autostradale”.
“Paradossalmente – tiene a precisare l’esponente della Cna Fita - gli aumenti delle tariffe autostradali non tengono conto nemmeno delle aree svantaggiate. Il Governo sia coerente: non può riconoscere che l’autotrasporto professionale italiano ha i costi più cari d’Europa e poi continuare a penalizzarlo”.