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Vendemmiatori cercansi, l'uva è pronta ma alle aziende mancano migliaia di lavoratori. Allarme del settore vitivinicolo trentino
Tra i problemi creati dal Covid e i risultati di alcune scelte operative, quasi tutti i lavoratori che di solito arrivavano dall'Est Europa quest'anno non si sono presentati. Questo si è tradotto in un enorme mancanza di lavoratori che le aziende non riescono a colmare

TRENTO. Bella l’uva, ma non incita al raccolto. Vendemmiatori cercansi, urgentemente. Il raccolto 2021 è partito bene, con qualche giorno di ritardo rispetto gli anni scorsi, ma con un grosso problema operativo: scarseggia la manodopera tra i filari carichi di uve (bianche) perfettamente idonee alla spumantistica. Vignaioli, imprenditori vinicoli e schiere di viticoltori stentano come mai a trovare qualcuno disposto a vendemmiare. Nonostante la garanzia di adeguati salari e il rispetto delle norme più idonee.
Grappoli pregni di potenziale vinicolo che rischiano di subire danni per ‘ritardo pratiche vendemmiali’. Il meteo concede ancora almeno 4 o 5 giornate di bel tempo. Un periodo perfetto per staccare chardonnay e pinot nero destinati a trasformarsi in ‘vino base’ per l’avvio dell’iter legato a ‘divenire Trento DOC’.
Lo ribadiscono i Balter – famiglia con la giovane Clementina al vertice dell’Associazione Vignaioli del Trentino – ma ogni azienda è alle prese con l’urgenza di portare il più presto possibile l’uva in pigiatura.
Il raccolto ha già subito danni per grandinate e bizze meteo non proprio consone. Ma le ultime settimane hanno mitigato i danni o meglio il sole è riuscito a far recuperare quanto i chicchi di grandine avevano compromesso.
‘Speriamo di farcela – ribadisce Lucia Letrari, spumantista della Vallagarina con vigneti sparpagliati in mezza vallata -. L’uva è più che bella, ma appunto non riesce a scaldare i muscoli dei vendemmiatori. Ho chiesto a varie organizzazioni, pure a qualche cosiddetto ‘terzista’, ma con esito a dir poco sconfortante’.
Il duo Pojer&Sandri ha dato il via alla loro 47esima vendemmia. Sui social lanciano piccoli proclami e omaggiano il rito della vendemmia. Ma anche loro devono puntare prevalentemente sulla fidata manodopera aziendale.
Speranze e operatività anche sulle colline di Trento. Dai Moser a Maso Martis come tra alcune piccole aziende di Lavis e Valle di Cembra, Klinger e Mos comprese, senza dimenticare il pool dei Cembrani DOC.
Sempre tra i vignaioli anche le sorelle Erika e Giulia Pedrini, le ‘Pravis girl’ sono fiduciose, per la qualità delle uve, per le prospettive vendemmiali, anche se è una corsa contro il tempo. Chiamando a raccolta amici e parenti stretti, movimentando i vigneti che circondano Madruzzo.
Le organizzazioni sindacali – da Coldiretti, Cia e Confagricoltura – hanno lanciato da settimane l’allarme sulla carenza di manodopera. Per la vendemmia e poi per il settore della frutticoltura. Mancano migliaia di raccoglitori, praticamente quasi tutti quelli solitamente provenienti dall’Est Europa. Colpa Covid, ma pure per altre scelte operative.
La situazione vendemmiale delle cantine sociali è leggermente più confortante. I soci delle varie coop vitivinicole riescono a gestire a livello familiare il raccolto, rispettando l’iter prestabilito dagli enologi.
Anche dai Lunelli la vendemmia è partita con qualche ritardo, ma – stando a Ruben Larentis, il ‘Maestro di Cantina’ tutto dovrebbe essere nella norma, nonostante una decina di giorni di ritardo rispetto vendemmie degli scorsi anni.
Tutto questo per le uve a bacca bianca. Le altre attendono ulteriori giornate – si spera – di clima settembrino. Per essere pronte a trasformarsi in grandi vini rossi.