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Come cambia l’Assegno unico e universale: la nuova misura per tutte le famiglie con figli a carico residenti in Italia
Dallo scorso anno è stata introdotta una nuova misura di sostegno che andrà a sostituire l’assegno familiare, Grosselli: “Tutte le famiglie con figli a carico possono beneficiarne”

TRENTO. “Grazie al disegno di legge Family act è stata introdotta lo scorso anno una nuova misura di sostegno che andrà a sostituire l’assegno familiare che veniva automaticamente erogato dall’Inps in busta paga insieme alla possibilità di detrazione fiscale”, ha spiegato Andrea Grosselli, segretario generale della Cgil trentina.
“Solo per le detrazioni fiscali lo Stato investiva 6 miliardi di euro l’anno – ha dichiarato – ora ne dovrà investire ancora di più. L’assegno familiare Inps era infatti dedicato solamente a lavoratori dipendenti, disoccupati o cassaintegrati entro determinati limiti di reddito, mentre il nuovo assegno unico e universale è riservato a tutte le famiglie con figli fino ai 21 anni di età, residenti in Italia e anche a lavoratori autonomi”.
“Tutte le famiglie con figli a carico possono quindi beneficiarne”, ha continuato Grosselli: “Certamente le cifre, che partono da 50 euro al mese fino ad arrivare a 175 per ogni figlio minorenne e dai 25 agli 85 euro per figli dai 18 ai 21 anni, vengono modulate in base alla condizione economica del richiedente, tenendo conto dell’età e del numero dei figli, nonché di eventuali situazioni di disabilità di questi ultimi”. Un sostegno che ha caratteristiche simili a quelle dell’assegno unico provinciale, che tuttavia tiene conto dell’indicatore Icef del nucleo familiare anziché dell’Isee.
Il segretario Cgil ha poi spiegato che una volta i nuclei familiari con genitori sposati erano obbligati a presentare entrambi i redditi, mentre i conviventi avevano invece la possibilità di scegliere di presentarne solamente uno: “Questo significava che, per assurdo, se la moglie di un banchiere svolgeva un lavoro part-time aveva più diritto a dei sostegni rispetto a una coppia sposata di operai”, ha precisato. Con l’introduzione del nuovo assegno unico e universale ciò non potrà invece più accadere “poiché verrà tenuto conto del reddito e patrimonio complessivo del nucleo familiare, che si tratti di genitori sposati o meno”.
Gli assegni hanno già iniziato a essere erogati a partire da marzo 2022 a tutte le famiglie che avevano provveduto a presentare il proprio Isee aggiornato: “Per fare domanda c’è comunque tempo fino a giugno 2022, avendo anche la possibilità di recuperare le mensilità precedenti”, ha concluso Grosselli: “Chiaramente, come per tutto, c’è chi ci perde e chi ci guadagna. Inoltre, fino al 2026 è prevista una fase transitoria che garantisce a chi prima percepiva di più di prendere una integrazione”.