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Caro bollette, il Trentino-Alto Adige è la terza regione più colpita: +118,3% per energia elettrica e gas
Il Trentino-Alto Adige è fra le regioni che hanno registrato gli aumenti maggiori su luce e gas. La Cgia: “Non tutti ci hanno rimesso, molte aziende energetiche nel 2022 hanno registrato un aumento dei ricavi spaventoso”

TRENTO. Nell’ultimo periodo i rincari su energia elettrica e gas hanno raggiunto livelli mai visti prima. La stima della Cgia di Mestre parla di un aumento complessivo dei costi pari a 91,5 miliardi di euro. “Se le spese per l’energia elettrica sono aumentate del 109,5% per cento, provocando in termini monetari un extracosto pari a 58,9 miliardi, quelle del metano sono cresciute addirittura del 126,4%, alleggerendo il portafoglio degli italiani di 32,6 miliardi”
Sempre secondo i calcoli della Cgia i rincari hanno colpito più le imprese che le famiglie, queste ultime comunque non sono di certo passate indenni. Se le aziende hanno pagato 61,4 miliardi in più, le famiglie hanno dovuto spendere 30 miliardi di euro in più per far fronte ai rincari.
Il Nordest è l’area più interessata dagli aumenti: rispetto al 2021 la stima degli extra-costi per energia elettrica e gas è salita del 118,1%. Seguono il Nordovest con il +116,6%, il Centro con il +113,6% e il Mezzogiorno con il +109,9%. Le regioni più colpite dai rincari sono l’Emilia Romagna (+119,2%), il Friuli-Venezia Giulia (+119%) e il Trentino-Alto Adige (+118,3%). In termini assoluti, ovviamente, le più penalizzate sono state le regioni più popolate e maggiormente interessate dalla presenza delle attività economiche, come la Lombardia (+20,8 miliardi), l’Emilia Romagna (+10,2 miliardi) e il Veneto (+10 miliardi di euro).

Se è vero che anche per lo Stato sono aumentate le spese l’incremento del gettito riscosso è risultato essere molto importante. Rispetto allo stesso periodo del 2021, nei primi 11 mesi dell’anno scorso le entrate tributarie erariali sono aumentate di 44,5 miliardi di euro. Secondo la Cgia sono tre i fattori che hanno influito su questo aumento: gli effetti del “decreto Rilancio” e del “decreto Agosto”, che tra il 2020 e il 2021 avevano disposto proroghe, sospensioni, ma anche gli incrementi dei prezzi al consumo che hanno fatto crescere il gettito dell’Iva.

“A seguito dei rincari dei prodotti energetici non tutti ci hanno rimesso – osservano gli esperti della Cgia – molte aziende energetiche, per esempio, nel 2022 hanno registrato un aumento dei ricavi spaventoso”. Per questa ragione il Governo Draghi aveva provveduto a istituire il contributo di solidarietà che doveva consentire alle casse dello Stato di incassare da questa misura complessivamente 10,5 miliardi di euro. Dopo il saldo del 30 novembre scorso, invece, l’erario ha “ricevuto” solo 2,7 miliardi di euro. Pertanto, tra i 44,5 miliardi di extragettito incassati provvisoriamente in più nei primi 11 mesi del 2022, mancano sicuramente all’appello altri 7,8 miliardi di euro.