Frena l'inflazione, ad agosto in Trentino scende al 3,8%, i sindacati: "Lavoratori e pensionati ancora in difficoltà"
A preoccupare Cgil, Cisl e Uil è che nei primi otto mesi dell’anno i prezzi al consumo sono cresciuti complessivamente del 7,9%, “continuando ad erodere il potere d’acquisto. A peggiorare la situazione, per chi ha un mutuo, l’ulteriore aumento dei tassi d’interesse"

TRENTO. Nuova frenata per l’aumento dei prezzi in Trentino. Ad agosto, secondo Istat, l'inflazione rallenta rispetto a luglio e si attesta al 3,8% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Con questi dati Trento si colloca sotto la media nazionale che fa registrare invece un tasso di crescita, su base annua, del 5,4%. Frena l'inflazione anche in Alto Adige. Nel mese di agosto 2023 è stata pari al 4,3% per il comune di Bolzano.
Tuttavia a preoccupare i sindacati trentini è che nei primi otto mesi dell’anno i prezzi al consumo sono cresciuti complessivamente del 7,9%, “continuando ad erodere pesantemente il potere d’acquisto di lavoratori e pensionati” - scrivono Cgil, Cisl e Uil in una nota. I rincari maggiori riguardano i beni alimentari che negli ultimi dodici mesi sono aumentati del 9%. "A peggiorare la situazione, almeno per le famiglie che hanno un mutuo, l’ulteriore aumento dei tassi d’interesse, il decimo consecutivo, deciso dalla Banca centrale europea”.
“Il costante rallentamento dei prezzi è un segnale incoraggiante, ma non sufficiente a tirare un sospiro di sollievo - fanno notare i segretari provinciali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti. - Le famiglie sono sfiancate da un anno e mezzo di prezzi alle stelle e le incertezze che si intravedono sul piano economico, con la riduzione delle stime sul Pil e l’aumento delle ore di cassa integrazione non fanno che aggravare la situazione”.
Per le parti sociali “è necessario rinnovare i contratti di primo e secondo livello, per ridurre il gap tra le buste paga e i prezzi reali, e adeguare le misure di welfare e l’Icef all’inflazione. Se i benefici non crescono di una misura pari all’inflazione, le famiglie nella realtà hanno aiuti più bassi rispetto al reale costo della vita. E lo stesso vale per le riduzioni tariffarie e per gli affitti Itea”.
Per le tre sigle sindacali nei prossimi mesi con molta probabilità il trend dei prezzi continuerà a decrescere, anche perché negli ultimi mesi del 2022 l’inflazione cresceva anche a cifra doppia. “Guai a pensare che il problema sia risolto. Quanto perduto con l’aumento di questi mesi va comunque recuperato. Perché è un dato di fatto che le famiglie si sono considerevolmente impoverite”, concludono.