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Caro energia e stagione invernale, i maestri di sci si schierano con gli impiantisti e chiedono misure al governo Meloni: ''Incertezza per 15 mila famiglie''
L'associazione maestri sci italiani e Collegio nazionale dei maestri di sci: "Incrementi generalizzati dei costi che stanno già incidendo sul potere d’acquisto e sulla scelta dei consumi di tante famiglie italiane e che senza ombra di dubbio, in una percentuale al momento non quantificabile, si ripercuoterà in parte anche sull’acquisto delle lezioni di sci e snowboard"

TRENTO. Siamo a fianco degli impiantisti e la richiesta al nuovo governo guidato da Giorgia Meloni per un interesse specifico sull'interno comparto della montagna. A dirlo sono l'associazione maestri sci d'Italia e il Collegio nazionale dei maestri di sci. Sono molte le incertezze sulla prossima stagione.
Una stagione che è ormai alle porte e che si annuncia complicata per il caro energia e per la forte risalita dell'inflazione, la scuola italiana, "che per sua natura - spiega l'associazione - si trova al centro delle politiche turistiche invernali, ribadisce l’importanza, in questo comparto, della competenza dei professionisti della neve".
La scuola italiana sci e tutti i maestri di sci italiani sostengono con forza e convinzione gli impiantisti e le altre realtà della montagna, rivolgendo al nuovo governo istanze d’interesse specifico per l’intero comparto montano.
L’associazione maestri sci italiani, guidata dal presidente Maurizio Bonelli, e il Collegio nazionale dei maestri di sci, con il presidente Beppe Cuc, condividono e offrono massimo appoggio al grido di allarme e di richiamo rivolto al mondo politico italiano dagli esercenti funiviari, rappresentati da Anef e Federfuni Italia, le categorie chiedono sostegno per far fronte alle problematiche del comparto montano.
"A causa dell’aumento incontrollato dei costi energetici e non solo - aggiungono Bonelli e Cuc - siamo consapevoli del momento molto particolare che vivono i 15 mila maestri e che, inevitabilmente, genera forte incertezza. Rincari annunciati da settimane che hanno obbligato gli impiantisti a rivedere i listini degli skipass con aumenti medi (diffusi sulla stampa nazionale) stimati dal 5% al 12% e che andranno a incidere anche sui costi di luce e gas delle oltre 400 Scuole Sci e Snowboard sul territorio italiano".
La settimana bianca rischia di costare (per tutti) di più. "Incrementi generalizzati dei costi che stanno già incidendo sul potere d’acquisto e sulla scelta dei consumi di tante famiglie italiane e che senza ombra di dubbio, in una percentuale al momento non quantificabile, si ripercuoterà in parte anche sull’acquisto delle lezioni di sci e snowboard". Una riduzione quest’ultima che secondo Amsi e Col.Naz. si manifesterà in forma maggiore nelle località medio-piccole, quelle in sostanza in cui vive il turismo di "prossimità".