L'ex sceriffo Gentilini attacca Salvini: ''Un capo che sbaglia deve pagare. Non hai tenuto conto che i deputati non abbandonano lo scranno dorato''
È stato ripudiato dalla Lega, cacciato dopo vent'anni di militanza, l'ex sindaco di Treviso che si è distinto, tra il resto, per aver portato sul petto la stella di sceriffo con la fascia tricolore, si toglie qualche sassolino dalla scarpa. Gentilini: "Caro Salvini, non hai tenuto conto dei deputati che prendono 18 mila euro al mese e avrebbero venduto tutto per restare sugli scranni dorati"

TREVISO. "Un capo che sbaglia deve pagare e credo che Salvini dovrà pagare, così come quelli che si sono messi ad angolo retto davanti a lui". Così Giancarlo Gentilini, l'ex sindaco di Treviso, commenta la mossa del leader della Lega che ha portato la crisi di Ferragosto e il carroccio all'opposizione dopo che è stato varato il Conte bis con Movimento 5 stelle e Partito democratico.
"Un grande capo - prosegue l'ex primo cittadino - avrebbe dovuto vedere quali erano le risultanze. Caro Salvini, non hai tenuto conto dei deputati che prendono 18 mila euro al mese e avrebbero venduto tutto per restare sugli scranni dorati. Non hai capito che le affermazioni di voler tutto il potere e restare soli, ma avrebbe dovuto ricordare il proverbio che cinque schei de mona fa ben a tutti".
E' stato ripudiato dalla Lega, cacciato dopo vent'anni di militanza, l'ex sindaco di Treviso che si è distinto, tra il resto, per aver portato sul petto la stella di sceriffo con la fascia tricolore, si toglie qualche sassolino dalla scarpa. E' stato un simbolo del carroccio tra parole colorite e atteggiamento autoritario, aveva incarnato la prima versione di quella Lega dalla tolleranza zero tra affondi contro gli omosessuali e la rimozione delle panchine davanti alla stazione ferroviaria perché utilizzate dagli extracomunitari. Insomma, un leghista della prima ora convinto con i primi rigurgiti di populismo.
Nato il 3 agosto 1929 a Vittorio Veneto, eletto sindaco di Treviso dal 1994 al 2003, i suoi mandati sono stati una crociata perenne contro immigrati, clandestini e omosessuali, poi è entrato come consigliere comunale (non si poteva candidare per la terza volta a primo cittadino) e ha così ricoperto la carica di vicesindaco dal 2003 al 2013 nella consiliatura di Gian Paolo Gobbo. E Gentilini non gli risparmia critiche.
"Gobbo ha spiegato - conclude Gentilini - che nessuno deve sputare su Salvini perché ha portato la Lega dal 3 al 30%, ma cosa dice adesso? Quando un capo sbaglia deve pagare e credo che Salvini dovrà pagare, così come quelli che si sono messi ad angolo retto davanti a lui".