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Anche la Consulta della salute era per fermare la riforma della sanità di Ferro e Segnana e chiedeva dove fosse finito il ''Cubo di Rubik''

Paolo Zanella ha depositato un'interrogazione per sapere che fine abbia fatto la bozza di progetto realizzata da Trimarchi che trovava un primo accoglimento da parte degli attori in causa ma che è scomparso in un cassetto dopo che è stato presentato il piano Ferro-Segnana bocciato da tutti. Anche dalla Consulta che evidenziava in una lettera inviata all'assessorato tante criticità a partire dai tempi per approfondirlo, troppo stretti per una questione tanto importante

Di Luca Andreazza e Luca Pianesi - 03 settembre 2021 - 13:10

TRENTO. Anche la Consulta della salute del Trentino aveva chiesto alla Giunta Fugatti di sospendere la riforma della sanità così come è stata proposta da Segnana e Ferro nelle ultime settimane, per valutare tutte le proposte e tutte le azioni in maniera approfondita nei tempi e nei modi opportuni. Troppo importanti gli argomenti trattati per affidarli a un progetto consegnato all'ultimo alle parti in causa e per questo bocciato da tutti, dagli ordini delle professioni sanitarie, ai sindacati, dai membri della commissione provinciale che lo avrebbe dovuto esaminare ed approvare alla Consulta della salute.

 

Il tutto, come vi raccontavamo ieri, mentre un piano che stava trovando la condivisione di tutti già si stava realizzando: il cosiddetto ''cubo di Rubik'' cui stava lavorando Antonio Trimarchi che a fine aprile aveva ricevuto l'incarico proprio di lavorare al riassetto della sanità trentina. Poi qualcosa è successo: il piano di Trimarchi è stato messo in un cassetto ed è spuntato quello portato in commissione da Segnana e Ferro malvisto da tutti e sul quale punta la Giunta Fugatti.

 

Sulla quanto portato alla luce da il Dolomiti è stata presentata un'interrogazione a risposta immediata dal consigliere di Futura Paolo Zanella: ''Con delibera 241/2021 del 29/04/2021 veniva affidato al dott. Antonino Trimarchi, responsabile del Centro studi aree dell'integrazione, una consulenza per ridefinire l'assetto dell'assistenza territoriale del sistema sanitario trentino. Pare che la proposta, che sembra aver trovato il parere favorevole degli ordini professionali, della Consulta della salute e dei sindacati, prevedesse l'istituzione di sei distretti con elevata integrazione sanitaria e sociale e forte presidio territoriale di prossimità. Un piano assolutamente in linea con la riforma dei modelli e standard per lo sviluppo dell’Assistenza Territoriale nel Sistema Sanitario Nazionale che il tavolo ministeriale sta portando avanti''.

 

''Con delibera 1.432 del 27 agosto 2021 e con il parere contrario degli ordini professionali - prosegue Zanella -, del Consiglio dei sanitari, della Consulta per la salute e della IV Commissione, invece, la Giunta ha deciso di procedere con una riorganizzazione che prevede solo tre distretti dei quali non sono chiare le funzioni e il livello di integrazione socio - sanitaria e l'integrazione tra professionisti appare solo funzionale. Per quali ragioni si è affidata una consulenza di 90.725,77 euro lordi annui per poi decidere di perseguire altri modelli organizzativi, molto vaghi e non rispondenti ai bisogni e all'articolazione del nostro territorio, col parere contrario di tutti gli stakeholders?''.

 

Intanto ecco quali erano le perplessità, rispetto alla riforma Segnana-Ferro, emerse dalla Consulta della Salute. Diversi i nodi evidenziati nella lettera inviata all'assessorato all'indomani dell'incontro con i vertici di Apss e Pat. A cominciare dai tempi troppo stretti: una presentazione arrivata a dieci giorni dall'adozione della riforma. Un provvedimento troppo importante per essere affrontato in così poco tempo. Una sospensione che ci sarebbe potuta essere perché il 31 agosto era un termine ordinatorio e non perentorio.

 

Un'altra perplessità è sull'introduzione del modello organizzativo dell'ospedale policentrico con il potenziale trasferimento di attività oggi svolte all'interno dell'ospedale Santa Chiara di Trento verso gli ospedali periferici: la Consulta si domanda se i professionisti sarebbero concordi nella "mobilità", un aspetto che non viene considerato scontato alla luce che la capacità di garantire la presenza degli operatori è fondamentale nella risposta ai cittadini.

 

Preoccupa la previsione di una carenza di medici di medicina generale nel prossimo quinquennio, mentre un settore da attenzionare è quello della medicina territoriale, che a detta del dg Ferro rappresenta la maggior criticità, sottovalutata negli anni. Anche da qui la richiesta di fermare la riforma per un confronto, un approfondimento e una condivisione della progettualità in grado di fornire risposte.

 

E anche la Consulta sembra chiedersi dove sia finito il piano elaborato in via embrionale da Antonino Trimarchi: "Il cubo di Rubik" (Qui articolo). Il gruppo di lavoro dell'Apss, viene evidenziato, indica modalità sostanzialmente diverse rispetto alla delibera in tema di organizzazione territoriale e di reti cliniche con un approccio più centrato sul tema salute che sulla malattia e la coniugazione diversa del concetto di medicina di vicinanza rispetto al cittadino/comunità. 

 

Il riferimento va a quel piano che la Giunta ha deciso di fermare, un progetto in fase preliminare ma che aveva trovato un apprezzamento da parte di tutti rispetto a quanto presentato e bocciato dalla Commissione provinciale (Qui articolo), dagli Ordini delle professioni sanitarie (Qui articolo) e dai sindacati.

 

Insomma, l'ente che raggruppa le associazioni che operano a tutela del diritto alla salute, con compiti di consulenza, impulso e proposta avrebbero preferito uno "stop" perché l'emergenza Covid richiede un cambiamento in grado di rispondere alle nuove esigenze, ma il percorso deve prevedere un cambio culturale della salute: un iter che si deve basare su confronto, condivisione e ascolto, anche degli operatori impegnati in prima linea. Osservazioni che, però, per ora sono cadute nel vuoto. Il progetto di riforma va avanti (Qui articolo) nonostante la delusione generale (Qui articolo).

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