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Riforma sanità, Degasperi: ''Anche i vertici dell'Apss nel gruppo di lavoro per il piano del Cubo di Rubik. Perché è stato accantonato nonostante gli investimenti?''

Il consigliere provinciale in quota Onda civica ha presentato un'interrogazione in Provincia: "Sono necessarie spiegazioni, se non altro per giustificare la spesa di un professionista preparato, titolato e selezionato con incarico triennale appositamente per realizzare, condividendolo, ciò che invece altri hanno prodotto con un’istruttoria sconosciuta ai più"

Di Luca Andreazza - 03 settembre 2021 - 21:29

TRENTO. "Adesso è necessario capire le motivazioni dell'incarico per la riorganizzazione e per quali valutazioni sia finito nel cassetto". Questo il commento di Filippo Degasperi (Onda civica). "Un piano sul quale c'è stato un accenno di condivisione mentre viene portato avanti un progetto che preoccupa tutti i livelli. Un'operazione oscura, la Lega va avanti a strappi e forzature che poi cadono nel nulla per dare la colpa agli altri".

 

Il riferimento va a quel piano che la Giunta ha deciso di fermare, un progetto in fase preliminare ma che aveva trovato un apprezzamento da parte di tutti rispetto a quanto presentato e bocciato dalla Commissione provinciale (Qui articolo), dagli Ordini delle professioni sanitarie (Qui articolo) e dai sindacati.

 

 

E dire che per realizzare il primo era stato dato un incarico da quasi 91 mila euro lordi l'anno (più premi per gli obiettivi) con un accordo triennale a fine aprile di quest'anno. Un'ipotesi di riorganizzazione dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari articolata su 6 distretti "forti" per promuovere l'evoluzione delle cure di prossimità e valorizzare le "Reti professionali locali" declinandole in contesti certi e su bisogni di salute di quella popolazione (Qui articolo).

 

"Una proposta - prosegue Degasperi - di riforma, potenziamento e riorganizzazione dell'assistenza territoriale promossa da Antonino Trimarchi e frutto del lavoro di un team, figure rilevanti all'interno dell'Apss: dal dg Ferro alla direttrice dell'Area cure primarie Sforzin, oltre a Nava, Bonavita, Bravi, Girardello, Gobber, Mantovani, Mariotti, Torri, Turra. Obiettivo dichiarato? Rilanciare il Distretto forte di prossimità quale servizio integrante del nuovo Sistema distrettuale provinciale e si fondava sul paradigma ribaltato rispetto ai canoni".

 

Una proposta articolata e presentata in alcuni incontri, un piano che avrebbe ricevuto in linea di massima una condivisione da parte degli attori del sistema. Ma tempo pochi mesi e il piano portato dalla Provincia, però, sembra diverso, un provvedimento considerato troppo vago e indefinito da tutti gli ordini professionali, dai sindacati e anche dalla politica, in parte di maggioranza (con Fratelli d'Italia a votare contro in Commissione).

 

"Il progetto condiviso e predisposto dall'Apss e dai professionisti che la guidano dava contenuto alla sua ipotetica autonomi - commenta l'esponente di Onda civica - 6 aree di sviluppo dell’assistenza (come le 6 facce del cubo) per fornire le basi su cui poggiare l’infrastrutturazione sistematica su 13 ambiti territoriali: 6 facce coordinate non dal caso ma ricomposte a sistema dall'Ucad, 'ufficio' aperto alla società e alle sue articolazioni e 6 direttori con competenze e responsabilità chiare. Un piano da 62 pagine dense di concetti e contenuti, alcuni dei quali effettivamente innovativi rispetto al contesto di desertificazione della sanità territoriale che ci hanno consegnato venti anni di governo del centrosinistra. Il 'Cubo di Rubik' sembrava anche un'ipotesi più sostenibile rispetto a quanto ipotizzato nella delibera".

 

La Giunta Fugatti ha deciso di fermare il piano che stava trovando apprezzamento e di portare avanti quello proposto, poi, da Ferro negli scorsi giorni in Commissione. Una proposta di riforma, come anticipato, che non è piaciuta ai vari attori del settore, rimasti delusi dalla decisione di portare avanti comunque una progettualità che non aveva avuto grandi riscontri. 

 

"Il progetto 'Cubo di Rubik' - continua Degasperi - avrebbe forse permesso di rivoluzionare la sanità trentino attraverso la raccolta di suggerimenti e proposte degli stakeholder. Un piano incomprensibilmente sparito, cestinato, e gettato per fare spazio a una scelta calata dall’alto, improvvisata e almeno ignota all'Apss che si stava muovendo su binari diversi come attestano le date e i documenti".

 

Il consigliere provinciale in quota Onda civica ha presentato un'interrogazione in Provincia per avere chiarimenti sullo stato dell'arte della riforma. "Sono necessarie spiegazioni, se non altro per giustificare la spesa (91mila euro più i risultati e gli obiettivi) di un professionista preparato, titolato e selezionato con incarico triennale appositamente per realizzare, condividendolo, ciò che invece altri hanno prodotto con un’istruttoria sconosciuta ai più", conclude Degasperi.

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