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Riforma della sanità, Cgil, Cisl e Uil: ''Atteggiamento della Pat senza spiegazioni razionali sul piano 'Cubo di Rubik'. La riorganizzazione deve essere trasparente''

L'auspicio dei sindacati è quello che ci sia un chiarimento da parte della Provincia e che ci sia l'impegno nel coinvolgere tutti gli attori del sistema. Grosselli, Bezzi e Alotti: "La Pat ha inoltre stanziato appena 400 mila. Se non si seguono le linee guida del Pnrr si rischiano pure di perdere risorse. Purtroppo situazione di confusione di chi governa la sanità trentina"

Di Luca Andreazza - 04 settembre 2021 - 13:29

TRENTO. "La riorganizzazione del sistema sanitario trentino deve avvenire nella massima trasparenza". Così Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cisl) e Walter Alotti (Uil). "Apprendere di un ulteriore progetto elaborato su commissione dell’Azienda sanitaria e in parte alternativo a quello approvato in solitaria dalla Giunta Fugatti non ha nessuna spiegazione razionale".

 

Il riferimento va a quel piano che la Giunta ha deciso di fermare, un progetto in fase preliminare ma che aveva trovato un apprezzamento in linea generale da parte di tutti rispetto a quanto presentato e bocciato dalla Commissione provinciale (Qui articolo), dagli Ordini delle professioni sanitarie (Qui articolo), dai sindacati e dalla Consulta della salute (Qui articolo).

 

Per questa ragione Cgil, Cisl e Uil insieme alle categorie che seguono il comparto sollecitano l'assessora Stefania Segnana e il presidente Maurizio Fugatti "a sgomberare il campo da ogni equivoco e avviare un confronto serio e trasparente nel più breve tempo possibile. Non entriamo nel merito dal piano elaborato da Antonino Trimarchi con un team di dirigenti dell'Apss - dicono le parti sociali - ma è opportuno approfondire i contenuti con una discussione aperta a tutte le ipotesi".

 

E dire che per realizzare il primo era stato dato un incarico da quasi 91 mila euro lordi l'anno (più premi per gli obiettivi) con un accordo triennale a fine aprile di quest'anno. Un'ipotesi di riorganizzazione dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari articolata su 6 distretti "forti" per promuovere l'evoluzione delle cure di prossimità e valorizzare le "Reti professionali locali" declinandole in contesti certi e su bisogni di salute di quella popolazione (Qui articolo).

 

"Quanto accade - proseguono Grosselli, Bezzi e Alotti - conferma, purtroppo, la situazione di confusione di chi governa la sanità trentina, c’è il timore che non sia realmente chiaro l’obiettivo a cui tendere nei prossimi anni e che le decisioni assunte abbiamo più lo scopo di rivendicare una presunta coerenza col programma elettorale, senza però stanziare risorse tali da poter realmente potenziare la sanità e l'assistenza territoriale e quindi rendere migliore, efficiente e più adeguato alle esigenze delle comunità il sistema sanitario provinciale. Va infatti ricordato che per la riorganizzazione approvata dalla Giunta sono state stanziati 400 mila euro aggiuntivi, un'inezia da 0,0083% del bilancio provinciale, quindi del tutto insufficienti per adempiere agli impegni assunti dal centrodestra in campagna elettorale".

 

L'auspicio dei sindacati è quello che ci sia un chiarimento da parte della Provincia a trazione leghista e che piazza Dante assuma l'impegno di coinvolgere tutti gli attori del sistema tra Ordini professionali, Consulta della salute e sindacati. "E' necessario definire una riforma che lasci da parte pregiudizi e calcoli opportunistici, anzi punti a essere la migliore soluzione possibile. Questo anche alla luce delle linee guida contenute nel Pnrr sul capitolo sanità: elaborare un progetto non coerente con quel disegno espone il Trentino al rischio di perdere importanti risorse per innovare e ampliare l’assistenza sanitaria per tutti i cittadini e le cittadine", concludono Grosselli, Bezzi e Alotti.

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